Addio ai condizionatori in casa? Perché potrebbero essere vietati o costare il doppio in Ue

Stefano Rizzuti

19/05/2023

19/05/2023 - 09:49

condividi

Il nuovo regolamento Ue F-Gas può mettere a rischio la vendita e l’installazione dei condizionatori in tutte le case: i climatizzatori potrebbero essere vietati o costare molto più che in passato.

Addio ai condizionatori in casa? Perché potrebbero essere vietati o costare il doppio in Ue

Installare un impianto di climatizzazione potrebbe diventare impossibile in otto case su dieci. Perché? La causa è da rintracciare nella messa al bando dei gas refrigeranti a cui sta pensando l’Ue. L’altra cattiva notizia è che chi potrà ancora installare i condizionatori rischia di pagare prezzi più alti che in passato: parliamo del 40% in più per le pompe di calore e del triplo del costo attuale per i climatizzatori.

L’allarme, lanciato da Assoclima, viene riportato dal Corriere della Sera e riguarda il regolamento europeo F-Gas che punta a ridurre le emissioni di gas fluorurati a effetto serra, con un conseguente stop graduale dei gas refrigeranti. Le regole non sono ancora state definite con precisione ed è in corso il negoziato tra Commissione, Parlamento e Consiglio europeo.

Gabriele Di Prenda, manager di Daikin Italia, chiede quindi un intervento per modificare il regolamento ed evitare quello che definisce come un grosso problema. Cosa può succedere in caso di approvazione del regolamento così com’è e che impatto avrà sulla climatizzazione nelle abitazioni?

Condizionatori a rischio?

Secondo le stime di Assoclima l’installazione di un climatizzatore o di una pompa di calore rischia di diventare impossibile nell’80-90% delle case. Mentre, per il restante 10-20%, il prezzo potrebbe crescere di due o tre volte per questi prodotti, considerando i requisiti di sicurezza e la maggiore difficoltà nell’installazione.

Con nuove regole Ue più pericoli per case e ospedali

L’avvertimento lanciato da Assoclima sul nuovo regolamento europeo riguarda anche altre conseguenze. Si dovrebbe prevedere, nei sistemi di climatizzazione e nelle pompe di calore, solamente l’uso di gas naturali come propano e ammonica, considerati facilmente infiammabile il primo e potenzialmente tossica la seconda. Questo vuol dire che ci “saranno gravi rischi per la sicurezza degli ambienti in cui viviamo, dalle case agli ospedali”, secondo l’associazione. Non a caso, si tratta di gas oggi vietati negli ospedali, nei cinema e in altri spazi pubblici.

I posti di lavoro a rischio e l’impatto ambientale

Queste nuove norme, peraltro, potrebbero avere ricadute su tutto il settore, mettendo a rischio 100mila posti di lavoro, secondo la denuncia di Assoclima. Dal punto di vista industriale, inoltre, si ritiene che a essere penalizzate sarebbero le imprese europee, a vantaggio di quelle americane e cinesi: il nuovo regolamento, infatti, prevede il divieto di realizzare impianti con i vecchi gas anche per l’esportazione fuori dall’Ue.

Peraltro si sottolinea un altro aspetto: “Sul lato ambientale l’Europa vuole bandire tali gas perché, se liberati in atmosfera, contribuiscono a generare l’effetto serra. In realtà il loro utilizzo permette di adottare pompe di calore capaci di sostituire caldaie e ridurre in grande quantità le emissioni di anidride carbonica”.

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO