Scomparso a 67 anni nella sua villa di Civitanova Marche, l’imprenditore marchigiano aveva portato il nome Paciotti nel mondo, fondendo artigianalità, lusso e stile rock.
Il mondo della moda piange la scomparsa di Cesare Paciotti, figura simbolo del made in Italy calzaturiero. L’imprenditore si è spento a 67 anni nella serata di domenica 12 ottobre, nella sua villa di campagna a Civitanova Marche, a causa di un malore improvviso. Non è ancora stata comunicata la data dei funerali, ma la notizia ha subito fatto il giro del mondo, suscitando commozione e omaggi da parte di colleghi e ammiratori.
Paciotti era noto come il “re della scarpa”, un titolo guadagnato con decenni di lavoro e creatività, capace di coniugare il rigore della tradizione artigiana marchigiana con un’estetica audace, riconoscibile e internazionale. Dalle sue mani e da quelle dei maestri calzaturieri del distretto di Civitanova sono nate scarpe diventate icone di stile, indossate da Naomi Campbell, Beyoncé, Paris Hilton, Eva Longoria, i Måneskin e molte altre celebrità.
Dalle Marche al mondo: una tradizione familiare trasformata in impero
La storia di Cesare Paciotti inizia nel 1958, anno della sua nascita, ma le radici della sua avventura imprenditoriale affondano ancora più indietro, nel 1948, quando i genitori Giuseppe e Cecilia Paciotti fondarono un piccolo laboratorio artigianale di calzature a Civitanova Marche.
Dopo gli studi al DAMS di Bologna, Cesare torna a casa negli anni Ottanta, deciso a proseguire la tradizione familiare ma con una visione nuova: fondere arte, design e moda in un’unica identità di brand. Insieme alla sorella Paola, assume la guida dell’azienda e la ribattezza semplicemente con il proprio nome: Cesare Paciotti.
Da lì parte una crescita travolgente. Il marchio diventa presto sinonimo di lusso contemporaneo, riconoscibile per l’uso di pellami pregiati, la lavorazione artigianale e il celebre pugnale, simbolo distintivo del brand. Questo logo, più che un semplice segno grafico, diventa un manifesto estetico, un’arma di seduzione e potere, capace di rappresentare lo spirito audace e provocatorio che ha sempre contraddistinto le sue creazioni.
Le collezioni Paciotti si sono affermate come punto d’incontro tra glamour e rock, tra eleganza classica e ribellione estetica. Le sue calzature, realizzate con materiali come velluto, pelle lucida e dettagli in acciaio, hanno reinterpretato il concetto di sensualità e forza nel mondo del fashion, conquistando le passerelle e i red carpet internazionali.
leggi anche
Quale futuro per la società di Giorgio Armani?

Un’eredità che continuerà a camminare nel mondo
Nonostante il successo planetario, Cesare Paciotti non ha mai dimenticato le proprie origini. Civitanova Marche è rimasta il cuore produttivo e simbolico del marchio, un luogo dove tradizione e innovazione si sono incontrate per creare un prodotto unico, ancora oggi apprezzato in tutto il mondo.
La filosofia di Paciotti era quella di valorizzare l’artigianalità italiana come forma d’arte. Ogni scarpa era frutto di un lavoro meticoloso, dal disegno alla modellazione, fino ai dettagli più minuti. “L’eleganza è fatta di equilibrio, ma anche di coraggio”, amava ripetere nelle interviste, sintetizzando il suo approccio al design e alla vita.
Nel corso degli anni, il marchio ha ampliato la propria offerta anche a pelletteria, accessori e gioielli, mantenendo però sempre la stessa identità forte e riconoscibile. Il celebre pugnale, nato come elemento decorativo delle calzature, è diventato anche un simbolo di appartenenza per chi indossa il brand, un tratto di personalità e di distinzione.
Oggi, alla notizia della sua scomparsa, la moda italiana perde non solo un imprenditore di successo, ma anche un visionario capace di coniugare arte e impresa. Cesare Paciotti lascia un’eredità fatta di stile, audacia e passione, ma soprattutto l’esempio di chi, partendo da un piccolo laboratorio di provincia, è riuscito a costruire un marchio globale senza mai rinnegare la propria identità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA