Per chi ha dimenticato di pagare l’Imu entro il 16 giugno è possibile mettersi in regola con il ravvedimento operoso pagando sanzioni ridotte.
La scadenza ultima per il versamento dell’acconto Imu era fissata al 16 giugno. Il prossimo appuntamento per versare il saldo dell’imposta è il 16 dicembre. I termini indicati per prima e seconda rata non sono flessibili: se non si paga entro il 16 giugno, l’acconto non può essere versato liberamente entro il 16 dicembre, ma sul mancato pagamento graveranno sanzioni e interessi.
Chi non ha rispettato la scadenza del 16 giugno 2025 per il versamento dell’acconto Imu, per mettersi in regola può ricorrere al ravvedimento operoso. L’imposta da versare sarà soggetta a sanzioni e interessi, ma in forma ridotta: la maggiorazione sale all’aumentare del ritardo nel versamento.
Il ravvedimento operoso, anche nel caso dell’Imu, rappresenta una sorta di salvagente che permette a chi ha dimenticato la scadenza (o non ha potuto onorare il pagamento entro la stessa) di mettersi in regola spontaneamente, senza attendere l’accertamento del Comune. Con l’adempimento spontaneo sono previste sanzioni e interessi ridotti.
Cosa succede se non si versa l’Imu?
Per chi non versa l’Imu è prevista, di base, una sanzione del 25% dell’imposta non versata. La sanzione di base è applicata solo se l’omesso versamento viene accertato dal Comune. La stessa legge che prevede la sanzione, però, prevede anche delle sanzioni ridotte in caso di ritardo contenuto e nello specifico:
per pagamenti effettuati entro 15 giorni dalla scadenza la sanzione è pari allo 0,833% per ogni giorno di ritardo;
per pagamenti effettuati entro 90 giorni dalla scadenza la sanzione è ridotta della metà rispetto a quella ordinaria (25%) ed è pari al 12,5%.
Le sanzioni sopra riportate sono quelle previste dal Comune, ma possono essere abbattute ancora di più se si agisce prima che il Comune provveda a notificare il mancato pagamento.
In alternativa c’è il ravvedimento operoso
Il ravvedimento operoso, come abbiamo detto, è un’agevolazione per i contribuenti che adempiono spontaneamente alle proprie violazioni, senza che il Comune sia obbligato ad accertare il mancato pagamento e a richiedere le somme dovute.
Solo nel caso in cui il Comune notifichi l’omesso versamento e la violazione non è possibile ricorrere al ravvedimento operoso: proprio per questo motivo per fruire degli sconti che offre è consigliato agire per primi.
Sanzioni ridotte con il ravvedimento operoso
L’opzione più conveniente del ravvedimento operoso è quella sprint con sanzioni ridotte di un decimo rispetto all’edittale. Se si versa entro 14 giorni dalla scadenza la sanzione da versare è dello 0,0833% per ogni giorno di ritardo (ovvero un decimo dello 0,833 previsto dalla legge). Per poter godere del ravvedimento sprint nel caso dell’omesso versamento dell’acconto Imu bisogna provvedere al pagamento entro il 30 giugno 2025.
Se la regolarizzazione avviene dopo i 14 giorni previsti dal ravvedimento sprint, ma entro 30 giorni dalla scadenza originaria (nel caso dell’acconto Imu 2025, quindi, si dovrebbe provvedere a pagare entro il 16 luglio 2025) la sanzione è ridotta sempre di un decimo rispetto a quella edittale di riferimento (che in questo caso è il 12.5%) e di fatto si dovrà versare l’1,25% dell’imposta originaria.
Se si regolarizza dopo 30 giorni, ma entro 90 giorni dalla scadenza originaria si applica il ravvedimento medio che permette di pagare una sanzione ridotta a un nono rispetto della edittale (che è sempre 12,5%): in questo caso si dovrà pagare l’1,39% dell’imposta dovuta.
Superati i 90 giorni di ritardo la sanzione edittale di riferimento è il 25% e se si regolarizza entro un anno dalla scadenza originaria è riconosciuta la riduzione a un ottavo della sanzione originaria, ovvero il 3,125% dell’imposta originaria (un ottavo del 25%).
Se, infine, si regolarizza dopo che sia trascorso un anno dalla scadenza la sanzione è del 3,57% dell’imposta dovuta (un settimo della sanzione originaria del 25%).
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