L’Italia ha due regioni rosso scuro, ossia zone ad alto rischio Covid, secondo la nuova classificazione europea. Ecco cosa significa per gli spostamenti.

L’Italia suddivisa in zone rosso scuro, rosse e arancioni secondo la nuova classificazione del rischio Covid nei Paesi UE.
Il 18 febbraio l’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ha aggiornato la mappa settimanale delle zone di rischio con i 4 colori a supporto delle raccomandazioni del Consiglio europeo su un approccio coordinato sulle restrizioni alla libera circolazione in risposta alla pandemia di Covid-19.
Il nuovo colore rosso scuro si è unito da fine gennaio ai già esistenti rosso, arancione, verde e grigio. Applicata ai territori in cui il virus circola a livelli molto elevati anche a causa della presenza delle varianti più contagiose, questa fascia scatta dove il tasso di contagio è di 500 casi Covid per 100mila abitanti a 14 giorni.
Ecco quali sono le regioni in zona rosso scuro in Italia e in Europa e cosa significa.
Le regioni rosso scuro in Italia
Secondo l’ultima classificazione dell’ECDC, l’Italia viene così suddivisa:
Zona rosso scuro per Umbria e Trentino Alto Adige;
Zona rossa per Piemonte, Liguria, Lombardia, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Lazio;
Zona arancione per Sardegna e Valle D’Aosta.
Nessuna zona verde o grigia per lo Stivale. Come possiamo vedere la classificazione UE rispecchia, più o meno, l’attuale mappa dell’Italia in base alle fasce di rischio definita con l’ultima ordinanza del ministro Speranza dopo il monitoraggio Iss di venerdì.
Oltre all’Italia, sono zone rosso scuro Spagna e Portogallo, parti della Repubblica Ceca, Estonia, Slovacchia, Svezia e il Sud della Francia.
Zone rosso scuro: cosa sono e regole
L’introduzione delle zone rosso scuro nelle aree europee ad alto rischio Covid è un modo per disincentivare e regolamentare gli spostamenti internazionali non essenziali verso quei territori senza imporre il blocco delle frontiere o il divieto di viaggi, misure che danneggiano gravemente l’economia ma non limitano molto il virus.
A chi viene da zone rosse o rosso scuro i Paesi Ue dovrebbero richiedere di: sottoporsi a un tampone prima della partenza e a quarantena o autoisolamento all’arrivo. Dovrebbero essere previste eccezioni per chi vive al confine e viaggia quotidianamente o frequentemente per andare a scuola, al lavoro, per motivi di salute o per gravi questioni familiari (tra cui funerali e assistenza a parenti malati o in stato terminale), nonché per chi lavora nel settore dei trasporti.
“Dovrebbero”, in quanto le linee guida dell’Ue non sono imposizioni e misure perentorie, ma raccomandazioni su un approccio coordinato sulle restrizioni alla libera circolazione in risposta alla pandemia che ogni singolo Stato può decidere se e come mettere in atto.
La mappa viene pubblicata dall’ECDC ogni giovedì a sostegno delle raccomandazioni del Consiglio UE.
Ad oggi le aree sono contrassegnate nei seguenti colori:
- verde se si registrano meno di 25 nuovi casi su 100.000 e il tasso di positività del test inferiore al 4% nell’arco di 14 giorni;
- arancione se il tasso di notifica in 14 giorni è inferiore a 50 casi per 100.000 ma il tasso di positività del test è del 4% o superiore o, se il tasso di notifica di 14 giorni è compreso tra 25 e 150 casi per 100.000 e il tasso di positività del test è inferiore al 4%;
- rosso se il tasso di notifica di 14 giorni è di 50 casi per 100.000 o superiore e il tasso di positività del test è del 4% o superiore o se il tasso di notifica di 14 giorni è superiore a 150 casi per 100.000;
- rosso scuro se il tasso di notifica di nuovi casi negli ultimi 14 giorni è pari o superiore a 500 su 100.000 abitanti;
- grigio se le informazioni sono insufficienti o se il tasso di test è inferiore a 300 casi su 100.000.
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