Nuovo scandalo che coinvolge Hillary Clinton e 50.000 email del suo spin doctor John Podesta che sarebbero state hackerate. Cala il velo dell’inattacabilità sulla democratica?
WikiLeaks ed emailgate: Hillary Clinton di nuovo nell’occhio del ciclone a causa di 50.000 email del suo spin doctor John Podesta che sarebbero state hackerate.
Il 16 marzo 2016 WikiLeaks ha rilasciato un archivio di 30.322 email e allegati di posta elettronica inviati e ricevuti dal server di posta privato della candidata democratica Hillary Clinton quando era Segretario di Stato.
Le 50.547 pagine di documenti coprono un arco temporale che va dal 30 giugno 2010 al 12 agosto 2014. 7.570 i documenti sono stati inviati da Hillary Clinton. Le email sono state rese disponibili sotto forma di migliaia di file PDF dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti a seguito di un’inchiesta sulla libertà di informazione. I PDF finali sono stati desecretati il 29 febbraio 2016.
Oggi cala nuovamente il velo di seta sulla presunta inattacabilità della ex first lady Hillary Clinton, in corsa per la Casa Bianca.
Lo scandalo che ha preso il nome di emailgate o Clintongate è stato nuovamente detonato e i media americani parlano di insabbiamenti che l’FBI starebbe perpetrando per fare da scudo alla Clinton.
Si parla addirittura di interi blocchi di documenti scomparsi dallo studio legale che aveva difeso la democratica nel corso dell’inchiesta, alimentando il sospetto che ci siano state delle manomissioni in nome del politically correct.
In questi giorni è emerso che WikiLeaks sarebbe in possesso di 50.000 email personali di John Podesta, Presidente della campagna elettorale di Hillary Clinton. Venerdì 7 ottobre il gruppo ha rivelato che rilascerà i documenti ogni giorno fino al termine delle elezioni USA.
Podesta era a conoscenza dell’hackeraggio subito, ma non ha verificato l’autenticità delle email, col timore che potrebbero essere state modificate o compromesse al fine di infliggergli gravi danni e generare ripercussioni politiche su ampia scala.
Non è chiaro chi abbia violato le email del Presidente della campagna Clinton, nonostante l’intelligence americana abbia accusato in modo abbastanza palese il Governo russo, reo di voler influenzare le elezioni USA.
Di tutta risposta attraverso il suo account Twitter, l’ambasciata russa a Washington ha negato qualsiasi coinvolgimento negli attacchi informatici, suggerendo che i funzionari degli Stati Uniti sono solo preda di un’isteria anti-Russia.
Scandalo email Hillary Clinton: qual è contenuto delle email di John Podesta?
Le email hackerate dal server di Podesta hanno come oggetto temi molto scottanti, in particolare un leitmotiv ricorrente sarebbe il know-how e le indicazioni dei più stretti collaboratori della Clinton sui modi, toni e tempi di intervenire duranti interviste ed eventi-chiave in merito allo scandalo delle email.
Non meno importante, altri elementi sarebbero la testimonianza di fronte al Congresso della Clinton a ridosso degli attentati ai danni di una delegazione diplomatica USA a Benghazi, Libia e la presunta preferenza da parte del DNC (Democratic National Committee) nei confronti della donna.
Nel rilascio massiccio dei giorni precedenti diversi messaggi di posta elettronica mettono in mostra il funzionamento interno della campagna, compresa la gestione delle donazioni di lobbisti stranieri, e su come la Clinton avrebbe potuto e dovuto trattare la delicata situazione relativa all’utilizzo di un server di posta elettronica privata per fini istituzionali, e in che modo Podesta e il suo team avrebbero dovuto affrontare pubblicamente i problemi di salute della candidata democratica.
Hillary Clinton e Donald Trump, dov’è la trasparenza?
Nelle ultime settimane gli scandali che hanno coinvolto entrambi i candidati alle presidenziali USA 2016 hanno messo a dura prova la loro immagine pubblica a discapito della trasparenza riguardo le proprie intenzioni politiche.
Donald Trump e Hillary Clinton continuano a guadagnare poco consenso generale da parte degli elettori. Mentre la Clinton è stato alle prese con un’inchiesta sul suo server di posta elettronica privato, Trump formula dichiarazioni contrastanti e confuse in materia di immigrazione e si trova sommerso dai giudizi negativi in merito ad alcune sue ultime dichiarazioni sessiste.
Il sentimento generale è che qualunque scelta fatta dagli elettori sarà caratterizzata inevitabilmente da un enorme vuoto comprensivo delle politiche, dell’immagine mediatica, della comunicazione pubblica di entrambi i concorrenti.
Poca chiarezza e l’assenza di posizioni nette in merito alle ultime infelici circostanze che hanno gettato ombra sui candidati, rischiano di trasformare l’elezione del presidente degli Stati Uniti in una dolorosa e rassegnata presa di posizione da parte di due schieramenti ormai calcarei.
Entrambi i candidati non hanno guadagnato nuovo pubblico nella loro disperata corsa, limitandosi a consolidare un elettorato già fedele radicalizzando visioni troppo marcate che hanno impedito di gettare una luce nuova sui programmi della democratica e del tycoon repubblicano.
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