Whatsapp crea dipendenza, lo dimostra uno studio asiatico

Vittoria Patanè

15 Maggio 2014 - 15:46

condividi

Uno studio condotto da alcuni scienziati asiatici dimostra che Whatsapp può creare dipendenza. Tutti i dati e i risultati

Whatsapp crea dipendenza, lo dimostra uno studio asiatico

Usate Whatsapp ogni giorno? Aprite spesso l’applicazione per vedere chi si è collegato e a che ora? Attenzione potreste avere una dipendenza.

Ad affermarlo è uno studio condotto da Abdullah Sultan, esperto del comportamento dei consumatori presso l’Università del Kuwait, e pubblicato niente meno che dal Social Science Journal.

Secondo la ricerca, internet, e soprattutto internet sui dispositivi mobili, ha moltiplicato la velocità con cui gli individui comunicano tra loro, rendendo le app di messaggistica dei mezzi fondamentali e di uso quotidiano. Sarebbe proprio questo il motivo che induce molti utenti ad andare nel panico nel momento in cui Whatsapp, o qualsiasi altra applicazione dello stesso tipo, non funziona per un breve lasso di tempo.

Lo studio
Gli scienziati che hanno condotto lo studio, si sono basati su due caratteristiche della personalità umana, l’estroversione e l’ansia sociale, analizzando poi la frequenza con cui un individuo utilizza le chat disponibili sul proprio smartphone. La ricerca, condotta su 552 persone, stabilisce che il 32% di esse usa Whatsapp più di 12 volte l’ora. Si, avete capito bene: l’ora, non al giorno.

Il 53% degli intervistati ha inoltre affermato di percepire la propria dipendenza da Whatsapp, mentre il 47% si è dichiarato di non esserne dipendente.

Sottolineiamo inoltre che lo studio non si basa solo su Whatsapp, considerata comunque l’app che crea maggiore dipendenza poiché la più utilizzata dagli utenti, ma anche BlackBerrt Messenger, Line, WeChat, Telegram, ecc.

Perché nasce la dipendenza?
L’analisi condotta dagli esperti asiatici, dimostra che il motivo per cui si sta diffondendo sempre di più la dipendenza dalle app di messaggistica per smartphone sono tre:

  • cercare contatti sociali
  • divertirsi
  • ottenere informazioni.

Per confermare la propria tesi, gli scienziati hanno utilizzato come esempio i vari “down” di Whatsapp. In questi momenti, quando gli utenti capiscono di non poter inviare e ricevere messaggi, si verificano comportamenti che possono arrivare alla vera e propria isteria. Molto spesso si utilizzano i social network, Twitter e Facebook in particolare, per capire cosa sta succedendo e aggiornarsi sullo stato dei fatti e non perdersi il momento in cui l’app ricomincia a funzionare correttamente. Migliaia e migliaia di status, in quei frangenti, vengono dedicati solo a quello, con il risultato di inondare letteralmente i social di informazioni e aggiornamenti. Se non è panico questo, ci andiamo sicuramente vicini.

Insomma, la dipendenza da Whatsapp esiste. E voi, quante volte all’ora lo utilizzate?

Iscriviti a Money.it