
Claudia Cervi
1 mese fa
Perché il mercato azionario potrebbe crollare ad agosto
Ecco i 6 segnali critici che indicano un possibile crollo imminente dei mercati finanziari.
L’S&P 500 è l’indice di riferimento del New York Stock Exchange, il mercato azionario più grande al mondo.
L’indice S&P 500 replica la performance dei titoli emessi dalle maggiori 500 società quotate a Wall Street ed è considerato un benchmark affidabile delle performance azionarie di tutti gli Stati Uniti. A livello accademico è usato come proxy del cosiddetto “portafoglio di mercato”, ovvero il più diversificato fra tutti i panieri possibili. La valuta di riferimento dell’indice S&P 500 è il dollaro statunitense.
Ad oggi il valore massimo assoluto dell’indice S&P 500 è stato raggiunto il 26 gennaio 2018 a 2.872,8701 punti. Il minimo assoluto dell’indice è stato raggiungo nel giugno del 1932 a 4,40 punti, va tuttavia segnalato come il minimo da quando nel 1957 il paniere ha assunto il nome di S&P 500 è stato registrato è stato registrato nell’ottobre 1957 a 38,98 punti.
L’indice S&P 500 è un paniere ponderato per la capitalizzazione di mercato dei propri componenti azionari, pertanto il peso attribuito a ciascuna azienda è direttamente proporzionale al suo valore di mercato. È stato calcolato per la prima dalla società Standard & Poor’s nel 1957. Oggi l’indice S&P 500 continua ad essere gestito da S&P Dow Jones Indices, una divisione della S&P Global.
L’indice S&P 500 è un benchmark “price return”, ovvero nel calcolo delle quotazioni non vengono inclusi i dividendi distribuiti alle società che lo compongono. Esistono anche le versioni «total return» e «net total return» dell’indice. La prima riflette gli effetti del reinvestimento dei dividendi nell’indice. La seconda incorpora gli effetti del reinvestimento dei dividendi dopo la detrazione della ritenuta alla fonte.
L’indice S&P 500 è il principale benchmark seguito da trader e gestori per monitorare lo stato di salute del mercato azionario globale e per calibrare le proprie strategie. Fra gli strumenti finanziari più utilizzati che replicano le performance dell’S&P 500 troviamo sia strumenti derivati che fondi passivi.
Il primo future sull’S&P 500 è stato introdotto nel 1982 e viene usato dagli operatori per effettuare coperture sul mercato Usa. Viene contrattato al CME, acronimo di Chicago Mercantile Exchange. Fra gli strumenti passivi il più noto è lo SPDR S&P 500, il più grande ETF al mondo con oltre 250 miliardi di dollari di asset netti.
Le componenti azionarie dell’indice S&P 500 vengono selezionate da un comitato di esperti, lo Standard and Poor’s Index Committee. Tale comitato analizza ben 8 requisiti di eleggibilità per ciascuna società; fra questi otto i più importanti riguardano la capitalizzazione di mercato (deve essere inderogabilmente maggiore od uguale a 6,1 miliardi di $), il valore annuale in dollari scambiato sulla capitalizzazione di mercato corretta per il flottante deve essere superiore a 1 e, infine, il volume mensile medio di trading sul titolo deve essere superiore a 250.000 azioni per ognuno dei sei mesi che precedono la data di valutazione.
L’indice S&P 500 include tutti i titoli delle 30 società appartenenti al Dow Jones Industrial Average, più altri 470. Tra le 470 società addizionali vi sono nomi altisonanti della corporate statunitense appartenenti ai settori più eterogenei. Fra le principali azioni vi sono Apple, Google, Oracle, Qualcomm, Bank of America, PepsiCo, Berkshire Hathaway del guru Warren Buffet solo per citarne alcune.
La società Standard & Poor’s è nata ufficialmente nel 1941 in seguito alla fusione fra la Poor’s Publishing, fondata nel 1860 da Henry Varnum Poor, e Standard Statistics, fondata nel 1906 come Standard Statistics Bureau.
Esistono versioni precedenti al 1957 dell’S&P 500. Nel 1923 l’S&P 500 era conosciuto come “Composite Index” e dal 1926 il benchmark replicava l’andamento di circa 90 società quotate negli Stati Uniti. Nel giugno i mesi del 1932, all’apice della crisi finanziaria scoppiata nel 1929, il paniere ha toccato il suo valore più basso in assoluto a 4,40 punti. Dal 1957 è stata introdotta la versione dell’indice come la conosciamo oggi.
*I dati intraday e in tempo reale sono tratti dalle quotazioni di prodotti OTC.
S&P 500
Simbolo
-
ISIN
-%
Var. %
6584,29
Chiusura precedente
4982,77
Minimo (52 sett.)
6587,47
Massimo (52 sett.)
Ultime news S&P 500
14/09/2025 - 20:22
3 anomalie nascoste che minacciano i tuoi investimenti14/09/2025 - 07:53
La crescita illude i mercati. La verità che devi conoscere2/09/2025 - 12:47
Questo indicatore segnala che l’S&P 500 salirà fino al 203519/08/2025 - 16:50
3 motivi (nascosti) per cui i mercati potrebbero salire17/08/2025 - 21:05
Borse ai massimi: si avvicina il momento buono per vendere?29/07/2025 - 15:30
È allarme bolla a Wall Street. Valori record, ma attenti: roba da lotteriaApprofondimenti S&P 500
Claudia Cervi
1 mese fa
Ecco i 6 segnali critici che indicano un possibile crollo imminente dei mercati finanziari.
Laura Naka Antonelli
1 mese fa
A Wall Street gli indici Nasdaq e S&P 500 sono reduci da nuovi massimi storici, in attesa delle trimestrali di queste Big. Le previsioni.
Violetta Silvestri
1 mese fa
Agosto e settembre sono mesi da tenere d’occhio: perché i mercati potrebbero crollare proprio durante l’estate? Un’analisi e alcuni avvertimenti.
R. F.
1 mese fa
L’ottimismo del mercato azionario USA e l’inflazione da dazi: un allarme per gli investitori
Tommaso Scarpellini
2 mesi fa
Jamie Dimon (JPMorgan) lancia l’allarme: i mercati ignorano il rischio reale di nuovi dazi sotto Trump. Il rally può diventare una trappola se la minaccia tariffaria diventa realtà?
Stefano Masa
2 mesi fa
Dazi, tensioni geopolitiche irrisolte e livello delle quotazioni sui massimi. Il mercato azionario continuerà a crescere? Il primo vero test è rappresentato dalla tenuta di alcune medie mobili
Redazione Money Premium
2 mesi fa
Durante la turbolenza di marzo e aprile, la liquidità degli ETF sull’S&P 500 ha resistito mentre quella dei futures è crollata. Un’anomalia momentanea o il segnale di un cambiamento nei mercati?
Tommaso Scarpellini
2 mesi fa
Se solo 10 titoli guidano lo sprint dell’S&P 500, e se l’economia è ancora forte, significa che ci sono 490 titoli a sconto? Beh, la risposta ti stupirà.
Claudia Cervi
2 mesi fa
Oro verso i 4.000 dollari entro il 2026. Cresce l’interesse globale tra rischio recessione e fuga dal dollaro. Cosa aspettarsi ora.
Redazione Money Premium
2 mesi fa
Mentre Wall Street corre, cresce tra gli investitori l’idea che l’America non sia più l’unico faro. Ma ridurre l’esposizione richiede tempo, coraggio e un cambio di paradigma.