Voluntary Disclosure diventa nazionale: valido anche per violazioni in Italia

Federico Migliorini

13 Dicembre 2014 - 17:00

Ora è aperta anche alle violazioni fiscali commesse in Italia, non più solo attività all’estero. Ecco la procedura da seguire.

Voluntary Disclosure diventa nazionale: valido anche per violazioni in Italia

La voluntary disclosure, ovvero la procedura che consente la regolarizzazione delle violazioni commesse sulle attività finanziarie esportate all’estero, apre anche alle violazioni commesse in Italia.

Il testo di legge approvato definitivamente lo scorso 4 dicembre dal Senato, consentirà ai contribuenti di sanare la propria posizione con il Fisco entro il prossimo 30 settembre 2015, per le violazioni commesse fino al 31 dicembre 2014.

Cos’è?
La voluntary disclosure è la procedura di collaborazione con il fisco che consentirà fino al prossimo 30 settembre 2015 di regolarizzare le violazioni commesse sulle attività esportate illegalmente all’estero beneficiando di sanzioni ridotte.

Ora è aperta anche per violazioni domestiche.

Segui tutte le novità sulla voluntary disclosure nella nostra sezione dedicata.

La novità
Tra le novità più importanti della legge vi è la possibilità concessa a persone fisiche, imprese ed enti di regolarizzare anche violazioni relative al monitoraggio fiscale, anche in relazione ad attività finanziarie situate in Italia.

L’ambito soggettivo della procedura di regolarizzazione, infatti, ammette anche tutte quelle persone fisiche che non sono soggette alla disciplina del monitoraggio fiscale:

  • chi non è tenuto alla compilazione del quadro RW
  • chi non ha regolarmente compilato il quadro RW
    che siano interessati a sanare anche altre violazioni, commesse all’interno del nostro Paese.

Si potranno regolarizzare tutte le violazioni dichiarative, riferite alla detenzione di attivi sia italiani che esteri, in materia di imposte sui redditi, Irap, Iva e tutte e relative addizionali.
Questa novità conferisce alla procedura di collaborazione volontaria una veste nuova, maggiormente orientata alla regolarizzazione e collaborazione fiscale del contribuente, che sarà chiamato a valutare accuratamente la propria posizione assieme al proprio consulente fiscale di fiducia, al fine di valutare se aderire o meno alla procedura.

Da sottolineare che la procedura di collaborazione volontaria può essere utilizzata anche in contemporanea con il nuovo “ravvedimento operoso” introdotto dalla legge di stabilità, che conferisce termini di ravvedimento decisamente più lunghi rispetto a quelli attuali.

La procedura da seguire
I contribuenti interessati dovranno presentare un’apposita istanza di accesso alla procedura, fornendo i documenti e le informazioni comprovanti la determinazione dei maggiori imponibili relativamente a tutti i periodi d’imposta per i quali, alla data di presentazione dell’istanza, non siano scaduti i termini per l’accertamento.
Si ricorda che l’anno 2010 è l’ultimo ravvedibile per le istanza presentate nel 2015.

Successivamente, una volta accettata l’istanza dovrà essere effettuato il versamento delle somme dovute, sulla base dell’accertamento con adesione che sarà emesso dall’ufficio accertatore (art. 5 D.Lgs n. 218/97).

Perché?
L’introduzione della voluntary disclosure nazionale risponde all’obiettivo di limitare gli effetti verso i terzi che si potrebbero generare quando un soggetto avesse esportato illegalmente attività all’estero per mezzo della propria azienda. In questi casi il timore di vedere applicare un accertamento verso l’azienda poteva fare venire meno l’adesione dell’imprenditore.

Oggi, invece, la criticità potrebbe essere risolta facendo aderire alla procedura anche la stessa azienda.

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