Horst Neumann, direttore delle risorse umane in Volkswagen lancia così la proposta shock di sostituire i lavoratori, che lasceranno per la pensione, con dei robot, per tagliare il costo del lavoro.
Tagliare il costo del lavoro assumendo robot al posto del personale che lascia per la pensione. La proposta arriva direttamente dal direttore delle risorse umane della casa automobilistica tedesca Horst Neumann, che in un recente intervento per il giornale tedesco “Sudddeutsche Zeitung” lancia una progetto destinata a fare scalpore: sostituire i lavoratori che lasceranno la produzione industriale per la pensione con dei robot, in grado di offrire la stessa qualità di lavoro, ma ad un costo assai inferiore. La nuova generazione di robot, sarà addirittura in grado di “cucire” parti all’interno delle vetture, attività che finora era di esclusiva pertinenza dell’uomo.
Ormai è chiaro, la concorrenza tra le case automobilistiche si sta evolvendo verso scenari inimmaginabili fino a qualche anno fa. L’obiettivo per contenere la concorrenza dei marchi dell’Est è quello di contenere al massimo le spese, e per questo motivo diventa fondamentale trovare soluzioni per ridurre il costo del lavoro: “in Germania il costo del lavoro è superiore ai 40 euro all’ora, mentre nell’Europa dell’est è a undici, in Cina siamo persino a 10” ha scritto Neumann. L’opzione robot, invece, permetterebbe di contenere i costi sino a 5 euro l’ora, mantenendo lo stesso livello di produzione.
Si tratta di una scelta epocale destinata a rivedere il modo di fare automazione industriale. Si tratta si sostituire ben 32 mila persone nei prossimi 15 anni, per cercare di attutire la concorrenza asiatica. In altre parole, si cerca l’innovazione di processo, e non la delocalizzazione. Mentre proprio oggi la principale casa automobilistica italiana se ne va ad emigrare in Olanda (con residenza fiscale londinese), la Germania attua una scelta diversa, fare crescere l’ingegneria legata all’automazione industriale per aiutare settori che, altrimenti, potrebbero andare in crisi, o emigrare verso paesi che offrano un costo del lavoro assai meno oneroso.
Da quello che possiamo vedere la crisi del mercato europeo dell’auto è strutturale, se non si è in grado di competere a tutto campo. Il mercato europeo è ormai saturo: l’elevato numero di automobili in circolazione e la bassa crescita demografica lo rendono un mercato “stagnante”. Nonostante questo, negli ultimi anni la produzione industriale non è scesa, ma anzi è aumentata con l’apertura di nuovi stabilimenti produttivi nell’Est europeo. Questa sovracapacità produttiva negli anni ha creato un pericoloso meccanismo di guerra dei prezzi, destinato a portare in rossi i conti di molte case del vecchio continente, da Fiat, ad Opel, passando anche da Ford e Renault. Persino la Volkswagen, sta correndo ai ripari, per non farsi trovare impreparata nel momento in cui anche per lei vi sarà inevitabilmente una maggiore pressione sui prezzi, nonostante la straordinaria varietà di marchi e di modelli che può offrire sul mercato, come Audi, Porsche e Lamborghini.
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