Mercati e volatilità: cosa dice l’indice VIX?

Ufficio Studi Money.it

22 Febbraio 2019 - 16:02

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Il VIX, anche noto come «indice della paura», gode della tipica proprietà mean-reverting, ossia tende a tornare in maniera molto veloce verso il proprio valore medio ogni qual volta se ne allontana

Mercati e volatilità: cosa dice l’indice VIX?

Molti operatori, già da diverse settimane, si chiedono se il rimbalzo dei listini azionari globali sia destinato veramente a proseguire.

La corsa dell’oro, che sta aggiornando ogni seduta che passa nuovi top relativi, fornisce una prima indicazione di come gli investitori non sono molto ottimisti sul futuro dell’economia globale, dal momento che i timori che hanno portato al ribasso di ottobre, quali Brexit e guerra commerciale Usa-Cina, non sono stati ancora risolti in maniera definitiva.

Cosa dice il VIX, l’indice della paura?

Oltre all’andamento dell’oro, considerato come bene rifugio in situazione di risk-off nei mercati, anche il Volatility Index, o più semplicemente VIX, fornisce una misura di quello che è il sentiment degli investitori. Per questo motivo viene chiamato anche "l’indice della paura".

Il VIX misura la volatilità implicita attesa prezzata dalle opzioni sull’indice S&P 500 su un orizzonte di trenta giorni. Il prezzo di queste opzioni dipende strettamente dalla volatilità attesa futura del loro sottostante, che in questo caso è il più importante e influente indice azionario a livello mondiale.

Il VIX gode della tipica proprietà mean-reverting, ossia tende a tornare in maniera molto veloce verso il proprio valore medio ogni qual volta se ne allontana.

Considerando il quadro attuale dell’indice VIX, i valori sono abbastanza in linea con la media. Vediamo quali possono essere le ripercussioni sull’indice S&P 500.

La correlazione tra VIX e S&P 500

L’andamento del VIX è notoriamente correlato con l’andamento dell’indice S&P 500: quando questo aumenta generalmente il principale indice azionario registra dei movimenti negativi. Questo è dovuto al fatto che la volatilità è più bassa durante le fasi del rialzo dei mercati, mentre aumenta nelle fasi di ribasso.

Andamento del VIX e dell’indice S&P 500 da gennaio 2018. Fonte: Bloomberg

Nelle fasi negative dei listini azionari è il panico che entra in gioco accelerando ed aumentando l’intensità delle vendite. Al contrario, quando il VIX raggiunge valori storicamente elevati ci si può aspettare che il periodo di ribassi dell’indice sta per concludersi.

Il quadro tecnico del VIX

CBOE VIX, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg

Osservando l’andamento del VIX nelle ultime due ottave si può notare come i corsi abbiano violato al ribasso un livello statico significativo, ovvero quello dei 16 punti, lasciato in eredità dai minimi segnati l’8 novembre e il 3 dicembre scorsi.

La violazione di questa soglia lascia molto spazio di manovra ai corsi che possono raggiungere il prossimo livello significativo in prossimità degli 11 punti, supporto estremamente significativo. Non a caso dai valori in prossimità degli 11 punti è partito il forte trend rialzista del VIX, in concomitanza con i ribassi delle Borse di ottobre 2018.

S&P 500 al test dei 2.800 punti

L’S&P 500, arrivato di recente in prossimità del livello resistenziale sia tecnico che psicologico posto a 2.800 punti, insieme all’andamento del VIX, rappresentano due campanelli d’allarme per gli investitori.

Questa view verrebbe confermata nel caso il ribasso dell’indice VIX dovesse continuare a scendere sul livello critico precedentemente menzionato. Ad ulteriore rafforzamento di questa view vi è inoltre l’andamento dello spread tra S&P 500 e l’indice VIX (primo grafico in pagina), che al momento staziona sul livello supportivo segnato ad inizio dicembre 2018 (linea gialla), evidenziando che dai livelli attuali il divario tra i due andamenti potrebbe diminuire.

Il VIX sui minimi storici è solo un campanello d’allarme

È importante tenere a mente che di per sé il VIX su livelli storicamente bassi non fornisce un segnale di vendita sull’azionario. Tuttavia, gli operatori che detengono posizioni long sui principali indici azionari mondiali potrebbero considerare di liquidare parte della posizione, monitorando attentamente l’evoluzione dei due strumenti nelle prossime sedute.

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