Vivisezione: animalisti contro case farmaceutiche. Pro e contro della sperimentazione animale

Piero Capello

25/11/2012

Vivisezione: animalisti contro case farmaceutiche. Pro e contro della sperimentazione animale

Da un po’ di tempo a questa parte si è fatto un gran parlare di vivisezione, anche a causa degli scandali balzati agli onori della cronaca, Green Hill su tutti. Meno pubblicità ha ricevuto un importante operazione di voto fissata per mercoledì in cui si deciderà riguardo il recepimento della normativa europea sulla sperimentazione animale.

La conferenza pro-vivisezione

Martedì 20 novembre, presso il Senato Della repubblica si è tenuta una conferenza stampa dal titolo “Perché è ancora necessario sperimentare sugli animali prima che sugli umani”, indetta dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, e che ha visto la partecipazione dei soli sostenitori della sperimentazione animale, suscitando le proteste di quelli dei diritti degli animali che hanno organizzato un sit-in pacifico in Piazza delle Cinque Lune.

Alla conferenza hanno partecipato: Roberto Caminiti, Docente alla SAPIENZA Università di Roma; Marta Piscitelli, Vice-Presidente AISAL, Associazione Italiana per le Scienze degli Animali da Laboratorio; Massenzio Fornasier, Presidente SIVAL, Società Italiana Veterinari Animali da Laboratorio; Sen. Rosanna Boldi, Lega Nord; On. Maria Antonietta Farina Coscioni, Deputata radicale; Sen.Carlo Giovanardi, PDL; Sen. Ignazio Marino, PD e Silvio Garattini Direttore Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”.

Il sit-in animalista

Protestando per l’assenza di un contraddittorio in seno alla conferenza tenutasi in Senato, Verdi Ecologisti insieme al Partito animalista europeo ed agli Animalisti italiani onlus, è stato organizzato un presidio pacifico in piazza delle Cinque Lune, dove gli attivisti hanno manifestato il proprio dissenso con slogan e striscioni. Solo Stefano Fuccelli, presidente del Partito Animalista Europeo, verso la fine della manifestazione, ha abbandonato il presidio per andare ad esporre due cartelloni davanti all’uscita del Senato. Nessun intento polemico, solo protesta informativa: uscendo dal Senato, alcune persone, hanno dimostrato sincero interesse per le parole di Fucelli, ammettendo di non aver la minima idea del problema presentato.

Le posizioni pro vivisezione

Il dibattito è estremamente delicato e complesso, e non è possibile affrontarlo in questa sede se non in maniera estremamente sintetica.
Sostanzialmente, le posizioni dei partecipanti alla conferenza si possono riassumere nei seguenti punti.

- La vivisezione ha permesso di debellare numerose malattie e reso possibili i trapianti. I progressi tecnici in campo medico sono debitori alla ricerca sugli animali.

- Farmaci non adeguatamente sperimentati hanno causato gravi danni alle persone.

- Non è ancora possibile ricorrere ad alternative efficaci: la tecnologia può solo limitare il ricorso alle cavie.

Basta usare il termine vivisezione poiché esso significa sezionare i vivi, i ricercatori non sono criminali.

Le posizioni contro vivisezione

- La debellazione di malattie e i trapianti non sono vittorie attribuibili alla vivisezione. Essa rappresenta una modalità di sperimentazione superflua ed inaffidabile. I dati raccolti con esperimenti sugli animali porterebbero a considerare, ad esempio, la diossina una sostanza a bassa tossicità, cosa evidentemente non vera per l’uomo.

- Anche i farmaci testati hanno causato danni. La sperimentazione sugli animali consente l’adozione di una strategia del doppio binario: se il farmaco funziona è perché ha funzionato la sperimentazione animale; in caso contrario, i dati raccolti verrebbero utilizzati come alibi dalle case farmaceutiche.

- Le alternative esistono nella maggior parte dei casi. Sarebbe inutile continuare a investire soldi in una pratica come la sperimentazione animale, che comunque prelude sempre a quella umana, rappresentando un passaggio superfluo. Tali risorse potrebbero essere meglio impiegate nella ricerca di più valide alternative.

- La vivisezione è un termine adeguato, dato che la sperimentazione animale comporta di infliggere atroci sofferenze alle cavie e la loro eliminazione in quanto materiale contaminato alla fine del processo.

Le conclusioni

Inutile sottolineare come tale problematica tocchi la sensibilità di moltissimi italiani. Anche in questo caso, vige una guerra dei sondaggi: quelli degli animalisti vedrebbero l’80% degli Italiani contrari a tale pratica, quelli commissionati dall’Istituto Negri “solo” il 66%. In ogni caso, è evidente che si tratta di percentuali consistenti.
Va inoltre considerato l’enorme giro d’affari che muove il mercato della vivisezione, che interessa il fatturato di numerose “etichette” tra cui: Procter&Gamble, Bic, Johnson&Johnson, Colgate Palmolive.

Nel frattempo, sempre nella giornata di martedì, Tonio Borg, segretario europeo designato alla salute, ha puntato i piedi: entro il 2013 si dovrà abolire la sperimentazione animale in ambito cosmetico e non sono ammesse proroghe.

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