Il troppo rigore rischia di svantaggiare la posizione delle banche italiane, rispetto alla forte libertà concessa alle Big francesi e tedesche.
L’Italia, secondo il Ministro dell’Economia Grilli, ha sopportato meglio di altri la crisi del sistema bancario, grazie ad un’efficace vigilanza da parte della Banca d’Italia sul sistema bancario italiano.
In questo momento, però, il rigore mostrato dall’Italia, la sta ponendo in svantaggio nei confronti di altri stati della Comunità Europea. Questa situazione potrebbe trovare un punto di svolta nella creazione di un sistema di una vigilanza centralizzato delle banche a livello europeo, supervisionato dalla Bce.
Alla Camera: Vigilanza centralizzata e Unione bancaria per l’Eurozona
La Camera sta discutendo in questo momento questioni di forte interesse poste dalla Commissione Europea e dal Consiglio Europeo, tra le quali c’è la possibilità di un Unione bancaria e una Vigilanza centralizzata su tutta l’Eurozona.
Ciò potrebbe arginare lo svantaggio del sistema bancario italiano nei confronti di quello degli altri stati comunitari.
A partire dal 2013 è previsto l’avvio della riforma per la Vigilanza delle Banche, che di fatto passerebbe alla Bce attraverso la creazione di un nuovo organismo.
Le opinioni degli stati membri sull’introduzione del nuovo sistema a livello comunitario sono divergenti:
- da un lato i paesi filo-tedeschi (Germania, Finlandia, Lussemburgo, Francia e Olanda) rilanciano la propria visione finalizzata al rigore, pretendendo, in questo caso, un occhio di riguardo da parte di Mario Draghi per le loro banche;
- dall’altro lato, l’opinione dell’Italia che, pur vantando un sistema di vigilanza d’eccellenza, come quello della Banca d’Italia, rischia, attraverso regolamentazioni interne restringenti, di svantaggiare la posizione dei propri istituti di credito a vantaggio di quelli europei.
Il fulcro della questione si poggia su cosa e in che modo venga applicata la Vigilanza europea: alla nordica e quindi più benevola sui ratio patrimoniali, oppure all’italiana, con una posizione più morbida sui requisiti di capitale delle banche?
Fracia e Germania: possibile veto sulla Vigilanza centralizzata
Su una possibilità più orientata verso la "visione alla nordica" scatta la denuncia di Alessandro Pagano del Pdl, relatore del parere della camera, che pone l’accento sui tentativi di Merkel e Hollande di rimandare l’introduzione di un sistema di vigilanza comunitario, con il rischio per gli istituti di credito nostrani di continuare a sottostare a norme più restringenti di quelle degli altri sistemi bancari europei.
Pagano continua giudicando inammissibile un possibile veto di Francia e Germania, se questo mirasse a modificare il grado di vigilanza allo scopo di concedere regole diverse per le banche locali rispetto agli istituti di maggiore importanza, con conseguenti effetti distorsivi e protettivi verso tali banche.
Unicredit potrebbe ritrovarsi sotto una triplice supervisione
Il rischio potrebbe diventare uno svantaggio considerevole per Unicredit, unica banca sistemica italiana che sta ottenendo risultati superiori alle stime, in base all’utile conseguito nel 2012.
Se il progetto di Vigilanza a due velocità dovesse imporsi, metterebbe in difficoltà Unicredit, che verrebbe sottoposta al giudizio della Bundesbank, a quello di via Nazionale e a quello del Bsm (Banking supervision mechanism) in Europa.
Secondo Pagano, se questo scenario diventasse reale, il Parlamento italiano sarebbe autorizzato a dare mandato al Governo per porre gli opportuni veti.
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