Verso la PSD3: cos’è e cosa cambierà con la nuova strategia digitale dell’Europa

Giulia Adonopoulos

18 Febbraio 2022 - 13:27

Da PSD2 e Open Banking a PSD3 e Open Finance: ecco priorità e strategie definite dall’Europa con il Digital finance package e cosa aspettarsi dall’evoluzione normativa in ambito pagamenti innovativi.

Verso la PSD3: cos’è e cosa cambierà con la nuova strategia digitale dell’Europa

Sono passati due anni e mezzo dall’entrata in vigore della PSD2 anche in Italia, che già si parla di PSD3.

La seconda direttiva sui servizi di pagamento, approvata con l’obiettivo di rendere il mercato europeo dei pagamenti più integrato ed efficiente, migliorare la parità di condizioni per i fornitori dei servizi di pagamento, rendere i pagamenti più sicuri e proteggere i consumatori dalle frodi, ha portato innovazioni chiave nell’ecosistema tecnologico e finanziario. Tuttavia oggi ci si chiede se sia necessario attendere la PSD3 per realizzare pienamente quanto promesso dalla PSD2 sul fronte Open API e Open Banking.

Cos’è la PSD3 e perché serve

Per PSD3 si intende l’aggiornamento della seconda direttiva sui servizi di pagamento entrata in vigore in Europa a gennaio 2018.
Secondo gli esperti e gli addetti al settore con la PSD3 si andrebbero a superare i limiti e risolvere i principali problemi rimasti irrisolti con la PSD2. Come spiegato da Riccardo Pasotti, Senior Advisor Innovation & Fintech Partnership di Supernovae Labs in un intervento a Payments 2022, “la PSD2 ha generato grandi opportunità ma ci sono tematiche che restano ancora aperte e che bisognerà affrontare con la PSD3 per aprire davvero la competizione sul mercato. Tra le lacune troviamo gli standard che spesso non sono condivisi e che vedono le banche agire in maniera differente ostacolando in qualche maniera l’accesso. I dati forniti dalle banche sono superficiali, mancano descrizioni, dettagli delle causali; spesso le banche scelgono una sandbox unica e bloccano gli accessi a provider diversi da quelli che hanno scelto. Dal punto di vista dei consumatori, la PSD2 ha introdotto opportunità in ambito sicurezza del dato e accesso a partner di terze parti ma hanno ridotto la customer experience. Perché una volta che ho fatto l’accesso alla banca con tre codici poi devo avere anche un’autenticazione rafforzata per l’accesso a un conto corrente che mi ha già approvato?”

“La PSD2 ha alterato il mercato rendendolo potente e creativo, ma tutte le soluzioni messe a disposizione hanno tante limitazioni a livello di interoperabilità e standardizzazione. Si auspica una soluzione paneuropea”, continua Massimo Battistella, responsabile Commissione Pagamenti EACT.

“A giugno ci sarà una consultazione pubblica in Commissione europea in cui si discuterà la revisione della PSD2, con focus su open banking e strong authentication. Si fa largo l’idea di un e-identity wallet utilizzato sia nel campo dei pagamenti sia in tutto quello che è politica contro il riciclaggio, legato alla revisione della PSD2”, afferma Monica Monaco, founder di Trusteu Affairs, nel corso dell’incontro sulla PSD2 a Payments 2022.

Come spiegato bene da Roberto Garavaglia, consulente esperto di sistemi di pagamento digitali e collaboratore del Politecnico di Milano, nel corso del webinar dell’Osservatorio Innovative Payments “Oltre la PSD2: cosa attendersi dall’evoluzione normativa in ambito innovative payments?” tenutosi a novembre 2021, la commissione europea, nel ribadire la propria forte convinzione del potenziale dell’Open Banking, è determinata a consolidare le previsioni della PSD2. Continuerà, inoltre, a collaborare con EBA per garantire l’eliminazione degli ostacoli ai servizi dei TPP e per promuovere un dialogo costruttivo tra tutte le parti interessate; sosterrà il completamento dei lavori relativi al Sepa API Access Scheme avviato nel 2019 e punta a presentare la proposta legislativa per un nuovo framework di Open Finance entro la metà del 2022.

Queste azioni di indirizzo strategico possono essere il presupposto per aprire la strada alla PSD3, che potrebbe eliminare la frammentazione includendo una specifica più precisa e concreta degli standard API, dei servizi di directory e dell’infrastruttura. 

Nell’attesa della PSD3 che cosa hanno iniziato a proporre con l’iniziativa digital finance package europeo già comunicata più di un anno fa a settembre 2020?

Digital finance package: cos’è

Il 24 settembre 2020 il regolamentatore europeo ha annunciato un corpus di norme per la finanza digitale che comprende strategie di finanza digitale e pagamenti al dettaglio e proposte legislative su criptovalute e resilienza digitale. La priorità è quella di ridurre la frammentazione del mercato unico digitale, garantire che il quadro normativo europeo favorisca l’innovazione digitale nell’interesse dei consumatori e dell’efficienza dei mercati e ridurre i rischi associati alla trasformazione digitale.

In sostanza lo scopo è quello di rafforzare la competitività e l’innovazione dell’Europa nel settore finanziario, affinché diventi un punto di riferimento globale. Si punta a offrire ai consumatori più scelta e opportunità nei servizi finanziari e nei pagamenti moderni, garantendo nel contempo la protezione e la stabilità finanziaria.

“Le misure odierne saranno fondamentali per sostenere la ripresa economica dell’UE in quanto sbloccheranno nuovi modi di convogliare i finanziamenti alle imprese europee, svolgendo al contempo un ruolo chiave nella realizzazione del Green Deal europeo e della nuova strategia industriale per l’Europa”, spiega la nota stampa della Commissione europea, che “mira a promuovere l’innovazione responsabile nel settore finanziario dell’UE, in particolare per le start-up digitali altamente innovative, attenuando al contempo i potenziali rischi legati alla protezione degli investitori, al riciclaggio di denaro e alla criminalità informatica”.

Verso la PSD3

All’interno del Digital Finance Package c’è la definizione di una strategia per i pagamenti retail. Si va verso la direzione della PSD3. Le sue priorità sono 4:

  1. Favorire la nascita di soluzioni di pagamento sempre più digitali e istantanee con portata paneuropea
  2. Facilitare lo sviluppo di mercati dei pagamenti al dettaglio innovativi e competitivi
  3. Rendere i sistemi di pagamento al dettaglio efficienti e interoperabili
  4. Efficientare i pagamenti internazionali (comprese le rimesse).

Come? Con le identità digitali a supporto dell’on-boarding digitale, con la creazione di una piattaforma di digital finance europea, Green Deal, il Cloud Computing, lo sviluppo di software per il mondo finanziario, l’Intelligenza Artificiale e l’Open Finance.

Dall’Open Banking all’Open Finance

Visto che l’abbiamo citata, vale la pena soffermarsi un attimo sul concetto e definizione di Open Finance.

Con questo termine si indica la condivisione dei dati B2B nel settore finanziario dell’UE e non solo. Con l’obiettivo di abilitare la progettazione di servizi in una più ampia visione europea di open asset sharing conomy, gli sviluppi già avviati con la PSD2 nella direzione dell’Open Banking saranno ulteriormente consolidati ed estesi, nel rispetto delle norme sulla protezione dei dati e della concorrenza. La Commissione europea modificherà il quadro legislativo dell’Ue per garantire che le informazioni divulgate al pubblico siano disponibili in formati standardizzati e leggibili dalla macchina e creerà un’infrastruttura finanziata dall’Ue. Entro la metà del 2022 la Commissione europea presenterà la proposta legislativa per un nuovo framework di Open Finance prendendo le mosse dalle iniziative già previste dalla PSD2.

Si pensa che l’Open Finance possa portare migliori prodotti finanziari, una consulenza più mirata, un migliore accesso per i consumatori e transazioni B2B più efficienti. I fornitori di servizi offrirebbero servizi e prodotti più personalizzati e cuciti su misura per le esigenze dei clienti.

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