Vendita Esselunga: le proposte degli interessati. A rischio le radici italiane dell’azienda

C. G.

13 Settembre 2016 - 08:58

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Esselunga in vendita? Ecco quali sono le proposte degli interessati che mettono a rischio le radici italiane dell’azienda di Bernardo Caprotti.

Vendita Esselunga: le proposte degli interessati. A rischio le radici italiane dell’azienda

Esselunga in vendita - Il fondatore di Esselunga Bernardo Caprotti ha conferito mandato a Citigroup per vendere e negoziare una partecipazione di controllo nella società italiana della grande distribuzione.

Ma chi è interessato ad acquistare Esselunga? E l’azienda di Caprotti rimarrà italiana oppure, sulla scia di molte altre, farà i bagagli in direzione estero? Ecco quali sono le proposte degli interessati ad Esselunga.
Nella vendita di Esselunga Citigroup avrà il compito di affiancare Caprotti in modo da valutare le manifestazioni di interesse nei confronti della società. Sono già due i fondi che durante l’estate hanno manifestato interesse nei confronti di Esselunga e sono Blackstone e Cvc, i quali, secondo diverse fonti, avrebbero già avanzato alcune proposte.

Esselunga rappresenta un colosso della grande distribuzione e la società si augura che le radici italiane del gruppo siano mantenute, anche se questo potrebbe non avvenire. Il primo obiettivo dei vertici di Esselunga è salvaguardare il futuro dell’azienda, anche dove ciò implicasse proposte da parte di investitori internazionali.

Intanto sul tavolo di Esselunga sono già giunte diverse manifestazioni di interesse non vincolanti e spetterà a Citigroup e a Caprotti analizzare le migliori proposte per salvaguardare il futuro della società, in Italia o meno. Vediamo allora quali sono le offerte che gli interessati hanno avanzato ad Esselunga.

Esselunga in vendita? Il motivo

Con il conferimento del mandato a Citigroup da parte di Caprotti bisognerà iniziare a vagliare tutte le manifestazioni di interesse nei confronti di Esselunga. Esselunga si compone di quasi 155 supermercati sparsi sul territorio nazionale per un totale di 22.000 dipendenti. La decisione di Caprotti, secondo indiscrezioni, sarebbe stata determinata dalla volontà di garantire una migliore governance ad Esselunga, ma soprattutto sarebbe stata determinata dalla volontà di evitare contrasti fra i suoi eredi in merito all’acquisizione della società.

Vendita Esselunga: le proposte degli interessati

Sarebbero Blackstone e Cvc i due fondi interessati a mettere le mani su Esselunga, secondo quanto riportato da alcune fonti finanziarie. A quanto sembra Blackstone, società finanziaria statunitense, avrebbe già reso noto il suo interesse nei confronti di Esselunga - un interesse relativo al 60% della società di Caprotti, con un’opzione sul restante 40% nel caso in cui si decidesse di vendere l’intera società.

Anche Cvc, società finanziaria britannica, avrebbe manifestato il suo interesse nei confronti di Esselunga, ma al contrario di Blackstone avrebbe avanzato una proposta non vincolante relativa al 100% della società di Caprotti. Per ora, comunque, nessuna proposta vincolante è stata avanzata, mentre la valutazione complessiva - preliminare - di Esselunga sembra oscillare attorno ai 6 miliardi.

Molte sono le voci secondo le quali anche altri interessati potrebbero farsi avanti nell’acquisto di Esselunga. Tra questi sono stati citati sia l’americana Walmart, sia la francese Carrefour. Entrambe queste aziende hanno già tentato in passato di avvicinarsi ad Esselunga ma senza nessun risultato.

Esselunga: origini italiane a rischio

A quanto sembra, fra le manifestazioni di interesse non vincolanti rivolte nei confronti di Esselunga non figurerebbe alcun colosso italiano. C’è quindi una forte probabilità che Esselunga abbandoni le sue origini italiane, sopratutto in caso di vendita del 100% della società.

“Da italiano naturalmente mi piacerebbe che Esselunga rimanesse in mano a un imprenditore italiano, ma credo che il primo obiettivo sia salvaguardare questa impresa. Ritengo anche che l’importante è avere un imprenditore che ha intenzione di fare bene l’imprenditore, come ha fatto Caprotti fino ad ora con questo bellissimo gruppo. Se rimane in mano a imprenditori italiani ben venga, se così non dovesse essere io credo che l’Italia abbia comunque interesse a portare sul suo territorio investitori internazionali se vogliamo crescere in un mercato che è aperto e competitivo”,

ha affermato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti in merito alle voci su un possibile passaggio di Esselunga nelle mani di investitori esteri.
Si apre insomma una seconda fase per Esselunga, quella destinata a trovare la via migliore da intraprendere. Per ora non si hanno notizie ufficiali in merito alla destinazione della società di Caprotti, ma le valutazioni con Citigroup saranno effettuate a breve e finalmente si potrà conoscere il destino di Esselunga.

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