Vaccini, la disparità a livello globale è pericolosa secondo Crisanti: ecco perché

Martino Grassi

07/06/2021

30/06/2021 - 11:45

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Secondo Andrea Crisanti una fornitura non equa dei vaccini a livello globale potrebbe rappresentare una grossa minaccia per tutti.

Vaccini, la disparità a livello globale è pericolosa secondo Crisanti: ecco perché

La disparità a livello globale dei vaccini rappresenta una grossa minaccia per tutti. Sebbene in Occidente ed in Italia la campagna vaccinale proceda a ritmo spedito, lo stesso non si può dire di altri Paese del mondo, in cui l’approvvigionamento di vaccini è quasi nullo.

Tuttavia, immunizzare solo una parte del mondo può rappresentare un grosso rischi per tutti, ed anche per chi ha ricevuto l’antidoto, dato che nei Paesi in cui l’epidemia continua a correre possono nascere delle nuove varianti resistenti al vaccino. È questa l’opinione del professor Andrea Crisanti, docente di Microbiologia e Microbiologia clinica all’Università di Padova.

Vaccini, la disparità a livello globale è pericolosa

“La situazione a livello globale è sottovalutata. In particolare, è sottovalutato il fatto che gran parte del mondo non ha a disposizione i vaccini”. Sono queste le parole con cui il professor Andrea Crisanti, docente di Microbiologia e Microbiologia clinica all’Università di Padova lancia l’allarme nel corso di un suo intervento ad Agorà, su Rai 3. L’esperto continua a percorrere la strada della prudenza, precisando che non è ancora arrivato il momento di abbassare la guardia nonostante le cifre incoraggiati delle ultime settimane, dal momento che la recrudescenza dei contagi non può ancora essere esclusa:

“Paesi come l’India sono incubatori di varianti e ne possono emergere alcune che possono sfuggire al vaccino. La situazione inglese è emblematica, la variante Delta ha una capacità di trasmissione molto più elevata e sta mettendo in crisi il programma di riaperture del Regno Unito”

Ed a parlare sono proprio i dati, precisa Crisanti: “Ogni settimana c’è un aumento dei casi del 40% circa e si deve tenere conto che in UK vengono fatti 700/750 mila tamponi al giorno con una capacità di tracciamento e di filtro alle frontiere che sicuramente noi non abbiamo”.

L’invito alla prudenza di Crisanti

Secondo il professore non è ancora arrivato il momento di eccedere nel senso di sicurezza, anche se i vaccini, come dimostrato dall’ultimo report dell’Istituto Superiore della Sanità, sono in grado di indurre “un’importante protezione già dopo 15 giorni, ma questo non vale per tutte le varianti”.

Crisanti precisa infatti che “alcune rispondono meno bene al vaccino e ci sono anticorpi monoclonali che non riconoscono per niente le varianti: su quattro approvati in Italia 3 non sono efficaci contro alcune di esse”. L’esperto conclude affermando che l’uscita dalla pandemia sarà possibile solo grazie a due fattori: la durata della protezione del vaccino e il problema delle varianti, ad esempio la brasiliana, che non rispondono ai vaccini al 100%. L’Italia fa un sequenziamento a campione delle varianti, siamo sicuramente molto indietro rispetto a quello che sarebbe necessario fare. C’è molto da fare e anche sul tracciamento: è il momento di aumentare i tamponi, non di diminuirli”.

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