Dopo la strage di Orlando è scoppiato un pandemonio alla Camera Usa: un sit-in a oltranza di 12 ore dei deputati democratici contro la strage che ha ucciso 49 persone. Ecco cosa è successo.
Strage di Orlando in un gay club: nella Camera USA scoppia il caos con 12 ore di sit-in a oltranza.
Dopo la strage di Orlando, in cui hanno perso la vita 49 persone, i deputati democratici hanno letteralmente bloccato i lavori nella giornata di ieri con una protesta organizzata per chiedere norme più restrittive sulla vendita di armi.
Scene dense di tensione dunque nella Camera USA, dove i protagonisti sono stati i democratici guidati da John Lewis, da sempre attivista per i diritti civili, che ha dichiarato:
"Ogni tanto bisogna fare qualcosa al di fuori dell’ordinario, per trovare una via d’uscita quando non c’è. Siamo stati troppo calmi per troppo tempo. Ci sono momenti in cui devi dire qualcosa, devi fare un po di rumore, devi muoverti. Questo è il momento. Questa è l’ora di agire. Non resteremo più in silenzio. Niente legge, niente pausa".
Il repubblicano Paul Ryan, speaker della camera, ha definito la rivolta una vera e propria trovata pubblicitaria e non ha acconsentito al voto sui due disegni di legge proposti dai democratici.
Strage di Orlando: sit-in alla Camera USA. Cosa chiedono i democratici?
I due testi sottoposti all’attenzione della Camera USA dai democratici sono: uno sull’aumento dei controlli delle vendite di armi alle fiere e su internet e uno sul divieto per coloro che si trovano sulla lista “no-fly” dell’Fbi di acquistare armi. Entrambe le leggi dovrebbero passare entro il 4 luglio, prima della pausa estiva, secondo le richieste dei deputati.
I repubblicani si oppongono dicendo che priverebbero i cittadini americani del diritto costituzionale a difendersi e propongono norme più blande e poco efficaci secondo gli oppositori.
USA: che cos’è la “no-fly list”?
La “no-fly list” è una lista, creata e aggiornata dal centro di screening sul terrorismo del governo degli Stati Uniti (TSC), che tiene conto delle persone inabilitate a salire a bordo di un aereo commerciale per i viaggi dentro o fuori dagli Stati Uniti.
In sostanza nella lista ci sarebbero sospetti terroristi o individui pericolosi, che però non sarebbero esclusi dall’acquisto di armi. Infatti solo nel 2015 nove persone su dieci di quelle presenti nell’elenco del Federal Bureau of Investigation (Fbi) hanno avuto il via libera. I negozi di armi poi non sono tenuti a mandare l’intera documentazione sui compratori e su cosa acquistano, così anche se lo stragista di Orlando fosse stato segnalato, non sarebbe potuto essere bloccato dall’Fbi.
L’elenco è stato criticato in quanto il profiling dei sospetti si baserebbe su canoni etnici, religiosi, economici, politici o razziali, il che violerebbe i diritti civili. Inoltre il sistema ha sollevato preoccupazioni circa la privacy, nonché sulla sua efficacia, in quanto spesso ha individuato soggetti falsamente positivi alle accuse o è stato aggirato con facilità.
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