Ucraina: mentre lo scandalo sulla sparizione dell’oro non accenna a placarsi, la Procura di Kiev apre un indagine ai danni della banca centrale per operazioni di Forex "oscure"
E’ passato quasi un anno dalle proteste in piazza che causarono la caduta del presidente Victork Yanukovich, filo-russo della vecchia scuola, e l’Ucraina non si è ancora ripresa da una crisi profonda che ha spaccato in due il Paese. Anzi, oltre ai dissidi politici, a scaldare Kiev sono arrivati anche quelli economici e monetari. Due giorni fa infatti, la corte distrettuale di Perchersk a Kiev ha aperto un inchiesta contro la banca centrale ucraina, accusata di abuso di potere in base all’articolo 364 del Codice Penale.
Le accuse della Procura
L’ipotesi di reato ai danni dell’istituto centrale non è per niente leggera: secondo gli inquirenti infatti, le autorità che gestiscono la banca avrebbero condotto delle operazioni sospette sul mercato valutario allo scopo di ottenere guadagni illeciti.
I fatti risalirebbero all’agosto del 2015 e in particolare al 5 agosto di quest’anno, giorno in cui sarebbe stato ordinato l’acquisto di dollari a un tasso di cambio di 11,93 dollari contro Grvnia. Alcuni giorni dopo la stessa banca avrebbe rivenduto le banconote verdi a un tasso di cambio pari a 12,26, guadagnando dunque parecchio denaro. Nello stesso arco temporale però la BCU avrebbe comprato dollari a un cambio corrispondente a 12,45 Grvnia, causando dunque delle perdite pari a 19 kopeks per ogni dollaro. Un’operazione dunque che definire "particolare" sarebbe un eufemismo.
Riassumendo i fatti: la banca centrale ha contemporaneamente venduto 69 milioni di dollari e comprato 35 milioni di dollari a un cambio molto poco favorevole. Le ragioni del piano rimangono totalmente oscure, mentre il governatore Valeriya Gontareva sta
affrontando un’altra vicenda ancora più grave di quella appena raccontata.
Ucraina: dov’è l’oro?
Il Presidente della banca centrale è finito sotto i riflettori a causa della quasi totale scomparsa delle riserve auree ucraine. Nel corso dello scorso novembre infatti, la Gontareva ha dichiarato che l’istituto sarebbe rimasto praticamente senza oro, essendo in possesso solo di 123,6 milioni di dollari di lingotti come controvalore, corrispondenti all’1% delle intere riserve. Una percentuale ancor più preoccupante se si tiene conto che nel mese di marzo le stesse riserve ammontavano a 1 miliardo di dollari (8%).
A questo punto la domanda sorge spontanea: che fine hanno fatto tutti quei lingotti? Non si sa, sembrano essere totalmente spariti nel nulla. Secondo alcune indiscrezioni la banca avrebbe deciso di portarli negli Stati Uniti per evitare che finissero nelle mani di Mosca nel caso in cui si verificasse un’occupazione. Ma appunto, sono solo indiscrezioni, nella realtà dei fatti, nessuno sa dove sia finito l’oro ucraino.
La vicenda ha causato le dimissioni di Olena Shcherbakova, capo della politica monetaria della banca, che, al momento dell’apertura delle indagini, ha deciso di andar via senza dire una parola.
Questa l’attuale situazione dell’Ucraina: tante domande e nessuna vera risposta.
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