Ubs: l’investment banking traina i guadagni ma non evita il crollo in Borsa

Francesca Caiazzo

23 Aprile 2018 - 12:59

I conti del primo trimestre 2018 sono positivi grazie al dinamismo della divisione investment banking, ma gli investitori sono delusi e gli analisti prevedono rischi di downgrade.

Ubs: l’investment banking traina i guadagni ma non evita il crollo in Borsa

Brutta mattinata per Ubs: nonostante una trimestrale positiva, il titolo crolla.

Il gruppo bancario svizzero ha presentato i conti del primo trimestre 2018, che consegnano una significativa crescita dell’utile netto, con guadagni in rialzo grazie alla spinta esercitata dall’investment banking.

Ma non è abbastanza per impedire il tonfo in Borsa. Il motivo di questa pessima performance? Probabilmente la cautela espressa sulle stime per il prossimo futuro ma anche il Cet1 e la divisione di gestione patrimoniale che si sono rivelati al di sotto delle aspettative.

La trimestrale Ubs

La vera sorpresa dei conti del primo trimestre 2018 di Ubs viene dall’investment banking: con un utile di 589 milioni di franchi ha superato di gran lunga le attese degli analisti che si aspettavano una cifra intorno ai 463 milioni di franchi.

Questa divisione, guidata da Andrea Orcel, ha saputo sfruttare la volatilità dei mercati riuscendo a trainare complessivamente i guadagni del gruppo: i ricavi crescono del 2% e si attestano a 7,6 miliardi (+2%).

Buoni risultati sono stati registrati sul fronte dell’utile netto, che con un balzo del 19% (rispetto al primo trimestre del 2017) si porta a 1,5 miliardi di franchi svizzeri.

Sale inoltre l’utile netto ante imposte che con 1,973 miliardi di franchi svizzeri, è cresciuto del 17% su base annua, mentre quello rettificato scende a 1,876 miliardi di franchi svizzeri, segnando -3%.

Numeri che fanno commentare così l’ad Sergio Ermotti:

“Il 2018 è iniziato in maniera eccellente. I risultati dimostrano ancora una volta la forza del nostro business diversificato. La dinamica attuale della banca è buona e continuiamo a investire sulla crescita e sull’efficienza”.

Rischi di downgrade

L’exploit dell’investiment banking non basta da solo a far guardare al futuro in maniera ottimistica. Non che le attese siano catastrofiche, ma sul futuro della banca domina la cautela.

Inoltre, la performance complessiva di Ubs non soddisfa pienamente gli analisti. Kian Abouhossein, di JPMorgan Chase, ad esempio, in una nota inviata ai clienti si è premurato di far notare:

“Nel primo trimestre i risultati di tutte le divisioni tranne l’investment banking sono stati al di sotto delle previsioni. Non prevediamo che il consensus aumenterà le stime, anzi vediamo rischi di downgrade”.

Da rilevare anche il calo del Cet1: il valore che misura la solidità finanziaria del gruppo è, infatti, sceso a 13,1% rispetto all’atteso 13,3%. Ubs, a inizio anno, si era impegnata a restituire almeno il 50% dell’utile netto agli azionisti solo se il Cet1 non scenderà al di sotto del 13%.

Il tonfo in Borsa

Investitori delusi, quindi, ed ecco perché inevitabilmente il titolo Ubs stamattina è crollato in Borsa. A Zurigo, alle 12:00, le azioni del gruppo venivano scambiate a 16,635 franchi svizzeri cedendo il 3,28%.

In mattinata il calo era stato del 4% circa, il dato peggiore degli ultimi tre mesi.

Il titolo resta comunque lontano dal picco minimo registrato a febbraio 2017 quando veniva scambiato ad appena 15,44 franchi.

Argomenti

# UBS

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it