E’ arrivato oggi e con larga maggioranza dal Parlamento europeo il via libera al "two-pack", ovvero due regolamenti che rafforzano ulteriormente il controllo da parte di Bruxelles sui bilanci delle nazioni.
Per il presidente della Commissione europea Josè Barroso il voto di oggi indica la netta volontà dei Paesi membri di rafforzare la governance economica dell’Unione. La legislazione ’’rafforza in modo significativo gli strumenti per coordinare le politiche europee e di bilancio a livello Ue, integrando i progressi gia’ fatti con il six-pack’’, ha concluso Barroso.
Il twopack riguarda due ambiti: da un lato misure speciali per il monitoraggio degli Stati che sforando i parametri sui conti pubblici così da evitare che finiscano in procedura per deficit eccessivo. Dall’altro misure ulteriori per i Paesi in difficoltà, come quelli sotto un programma di aiuti di Ue e Fmi. Ma vediamo meglio in cosa consistono questi due nuovi regolamenti.
Two-pack
La plenaria del Parlamento europeo ha approvato oggi il two-pack formato da due diversi regolamenti:
- Il primo è stato approvato con 528 voti favorevoli, contro 81 contrari e 71 astensioni. Questa prima parte del two-pack prevede la presentazione delle leggi finanziarie nazionali entro il 15 ottobre, in modo che la Commissione europea abbia il tempo per valutarli ed eventualmente inviare al governo interessato un parere o chiedere delle modifiche. Il regolamento riguarda anche il "semestre europeo" e rafforza le regole che sottostanno all’applicazione delle raccomandazioni trasmesse ogni primavera agli Stati membri riguardo alle riforma economiche da realizzare. Le modifiche introdotte dal two-pack saranno applicate a partire dai bilanci del 2014.
- Il secondo regolamento che compone il two-pack è stato approvato con 526 voti a favore, 867 contrari e 66 astensioni. Questo riguarda in modo particolare i Paesi dell’Eurozona maggiormente interessati dalla crisi e regola l’applicazione delle norme sulla sorveglianza finanziaria multilaterale. I Paesi interessati da queste novità sono:
- i Paesi che presentano seri problemi di stabilità finanziaria
- i Paesi sottoposti ai programmi della troika e destinatari degli aiuti dei fondi di salvataggio come Grecia, Irlanda e Portogallo.
- i Paesi che si trovano ancora nella fase di uscita dai programmi di assistenza finanziaria.
I rapporti dei relatori
I rapporti sui regolamenti presentati dalla Commissione per la governance economica rafforzata sono stati preparati dal popolare francese Gauzes e dalla socialista portoghese Ferreira.
Rispetto alla proposta della Commissione il rapporto della Ferreira prevede anche l’obbligo di armonizzare l’emissione del debito; la preparazione di un una roadmap per gli "stability bonds"; una proposta di fondo per la crescita tramite “project bond” della Bei; lancio del "fondo di riscatto" cui i Paesi non sotto assistenza conferiscono la parte di debito eccedente il 60% del rapporto sul Pil per il rimborso in 25 anni.
Gauzes nel suo rapporto, invece, aggiunge il regime di "assoggettamento di uno stato membro a tutela giuridica" in casi di fallimento. Questo piano partirebbe dal 2017 prevedendo tra l’altro che i tassi di interesse sui prestiti restino invariati e che i creditori si presentino entro due mesi alla Commissione. In caso contrario il loro debito è estinto ed i governi di fatto sarebbero commissariati.
Six-pack
Il two-pack approvato oggi a Strasburgo continua la strada tracciata dal cosiddetto six-pack per quanto concerne la governance economica dei Paesi dell’Eurozona. Il six-pack è entrato in vigore il 13 dicembre 2011 con l’obiettivo di assicurare una maggiore stabilità economica grazie a regole più rigide sul deficit e sul debito pubblico dei membri, una maggiore sorveglianza e la riduzione degli squilibri macro-economici tra gli Stati.
I due nuovi regolamenti che compongono il two-pack non fanno altro che rafforzare il controllo sui bilanci nazionali instaurando ulteriori misure sulla sorveglianza dei budget nei Paesi membri. Questo dovrebbe servire per garantire maggiore stabilità all’Eurozona ed aiutare i Paesi in difficoltà, ma allo stesso tempo rappresenta un altro colpo alla sovranità dei singoli Stati.
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