Il 17 dicembre scorso è finalmente arrivata l’approvazione del Decreto Sviluppo bis, all’interno del quale troviamo l’ormai famosa Agenda Digitale. Per l’Italia è arrivato quindi il momento dell’innovazione. Lo scopo del decreto è appunto quello di attrarre investimenti, sbloccare le infrastrutture e digitalizzare il Paese rendendolo idoneo alla creazione di start up.
E allora vediamo cosa serve per creare una nuova attività imprenditoriale.
Requisiti per creare una start up
Traducendo letteralmente dall’inglese, il termine start up significa “avvio”. Rifacendoci al Decreto, una start up è società di capitali, di carattere innovativo, costituita anche in forma di cooperativa, le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato. Queste quote o azioni devono essere detenute da persone fisiche (o almeno la maggioranza di esse).
Volgarmente parlando, la start up deve essere una “società nuova”, cioè svolgere un’attività d’impresa da non più di 4 anni, con una produzione annua che può arrivare fino a 5 milioni di euro. Le società non devono aver distribuito utili e cosa importantissima: la sede deve essere registrata in Italia.
La start up è un impresa innovativa
Il carattere innovativo dell’impresa viene attribuito attraverso diversi fattori:
- il 30% delle spese deve essere destinato a ricerca e sviluppo;
- 1/3 della forza lavoro deve essere formato da dottori in ricerca, dottorandi e ricercatori;
- l’impresa deve essere titolare o licenziataria di almeno un brevetto;
- il solo oggetto sociale deve essere lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.
Contratti di lavoro
In imprese di questo genere, i contratti di lavoro sono regolamentati sul fronte del tempo indeterminato: il primo deve essere di almeno 6 mesi, con possibili rinnovi nel periodo compreso tra 6 mesi e 3 anni. Dopo i tre anni sarà fattibile un solo rinnovo, mentre allo scadere del quarto, la società dovrà decidere se assumere il dipendente a tempo indeterminato o concludere la collaborazione.
Agevolazioni
Le start up potranno godere di una serie di agevolazioni per un periodo di quattro anni. Per esempio Le persone fisiche che investiranno nelle imprese innovative potranno godere di una riduzione del 19% della somma investita per i successivi 3 anni, da detrarre sull’Irpef lorda.
Parlando del regime di tassazione, non sarà loro necessario pagare alcuna imposta di registro e di bollo, si potranno posticipare di un esercizio il termine entro il quale, in base al diritto societario, bisogna ricostituire il capitale nel caso le perdite siano pari ad un terzo del capitale sociale. Inoltre se azioni, quote o titoli, verranno assegnate ad un dipendente o ad un amministratore, queste non saranno soggette alle norme di legge nella fascia del reddito imponibile.
Ad agevolare gli investitori c’è anche il cosiddetto crowdfunding, cioè il finanziamento collettivo, cui si potrà accedere attraverso speciali portali online e creando condizioni di accesso gratuito e semplificato alla garanzia sul credito bancario.
Cosa fare per usufruire di queste agevolazioni?
Il Ministero dello Sviluppo economico ha pubblicato il questionario per avviare la ricognizione necessaria a formalizzare i requisiti per usufruire del regime giuridico di vantaggio per le imprese innovative, secondo il progetto Restart Italia approntato dalla task force di Corrado Passera alcuni mesi fa.
I primi due commi dell’articolo 25 dell’Agenda digitale prevedono che chiunque svolga attività di incubazione di start up innovative si presenti in tutte le sue caratteristiche. Lo Stato si pone quindi come garante del servizio, creando una sorta di “ordine” degli incubatori. Ognuno di essi dovrà quindi compilare il questionario disponibile sul sito del Ministero ed inviarlo al fine di ottenere tutte le certificazioni necessarie ad avviare la propria attività.
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