Truffa diamanti: UniCredit e Banco BPM nel mirino

C. G.

20/03/2019

20/03/2019 - 08:01

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La truffa dei diamanti continua a far discutere: nel mirino oggi UniCredit e Banco BPM. Dovranno sborsare quasi 700 milioni di euro?

Truffa diamanti: UniCredit e Banco BPM nel mirino

La truffa dei diamanti è tornata ad attirare l’attenzione del mercato su UniCredit e Banco BPM.

Alle due banche, infatti, sono stati richiesti migliaia di rimborsi per un controvalore complessivo di quasi 700 milioni di euro.

Ad essere travolte dall’onda d’urto della truffa dei diamanti, però, non sono state soltanto UniCredit e Banco BPM (quest’ultima accusata di aver tratto in inganno anche Vasco Rossi). Numerosi altri istituti di credito, tra cui MPS e Intesa Sanpaolo, sono finiti nell’occhio del ciclone che ha portato la Procura di Milano a indagare per truffa aggravata e autoriciclaggio.

Truffa diamanti: fari su UniCredit e Banco BPM

Stando a quanto fino ad ora trapelato, i due istituti di credito avrebbero stretto con IBD (Intermarket Diamond Business) una delle due società impiegate nella distribuzione di diamanti, accordi in virtù dei quali indirizzare i propri clienti verso l’acquisto delle citate pietre preziose.

Pratiche contrarie alla normativa sulla responsabilità amministrativa degli enti (L. 231/2001), che sono valse a Banco BPM 13.300 e a UniCredit 5.680 richieste di rimborso.

Entrambi gli istituti hanno già compiuto i primi passi verso la restituzione del denaro ai clienti truffati: la banca di Castagna ha già stanziato 318,3 milioni di euro su un totale di 430 milioni e ha chiuso 2,570 operazioni. L’istituto di Mustier, invece, ha rimborsato 1.623 persone sborsando 74 milioni su un totale di 215.

Risarcimenti troppo bassi. Così li ha definiti, nel caso di Banco BPM, l’Unione Nazionale Consumatori che ha criticato l’istituto di Castagna per non aver neanche chiesto ai risparmiatori di scegliere fra rimborso parziale e totale.

“Offre risarcimenti troppo bassi, che non risultano essere in rapporto alla differenza tra l’effettivo valore del diamante e l’importo pagato dal cliente”.

Ancora secondo le indagini anche Intesa Sanpaolo e MPS sarebbero state coinvolte nella truffa dei diamanti e avrebbero stipulato intese con l’altra società impegnata nella commercializzazione delle pietre preziose, la DPI (Diamond Private Investment). Per il momento però i dati sulle richieste di rimborso avanzate nei loro confronti non sono trapelati.

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