La trattenuta del 20% sui bonifici dall’estero sembra fatta apposta per Google Adsense: così il fisco aggredisce la piccola evasione di sussistenza scaricando ulteriore peso burocratico su tutti i cittadini.
La notizia si è diffusa con un certo ritardo ma è ormai certa: dal 1° febbraio le banche italiane sono chiamate ad operare una trattenuta del 20% sui bonifici ricevuti da correntisti (persone fisiche) con provenienza dall’esterno dei confini nazionali.
La procedura, per la quale le banche stesse sembrano ancora impreparate, segue il classico schema del fisco selvaggio: i soldi vengono trattenuti a prescindere e sta a soggetti diversi dallo Stato (la banca e il correntista) gestire tutte le pratiche relative alla nuova procedura, incluse le richieste di esclusione.
E’ la vera Google tax?
Si è parlato a lungo di Google Tax nei mesi scorsi: anche questa novità potrebbe finire a buon titolo in questo calderone. Sono infatti migliaia i provati cittadini italiani che ricevono bonifici dall’estero da Google grazie al programma di affiliazione Google AdSense che consente di guadagnare esponendo banner del circuito di Google (argomento già trattato qui su forexinfo).
Le cifre sono nella maggior parte dei casi esigue, poche centinaia di euro all’anno, eppure per lo stato italiano si tratta di evasione fiscale a tutti gli effetti che va intercettata e aggredita.
Per quanto questo atteggiamento sia legittimo è piuttosto triste constatare come ci sia tanta aggressività verso redditi spesso infimi che sarebbe corretto in un paese civile mantenere totalmente esentasse.
Discorso diverso per i pochi che con Adsense e altri circuiti di pubblicità sul web (ad esempio circuiti di affiliazione Europei come Tradedoubler e Zanox) guadagnano cifre importanti: quanti di questi però non hanno ancora aperto una partita IVA e organizzato formalmente la propria attività pagando le relative tasse? Probabilmente pochi soggetti che sarebbero stati facilmente individuabili ricercando i movimenti dall’estero verso le persone fisiche oltre un certo volume ogni anno.
Una soluzione del genere avrebbe chiesto però un lavoro attivo da parte del fisco: è molto più comodo scaricare tutto su banche e cittadini (che dovranno produrre documentazione, con relativa perdita di tempo, anche nei casi di bonifici legittimi che non costituiscono reddito da lavoro) per far emergere in automatico tutta l’evasione, inclusa quella di sopravvivenza che sarà punita indiscriminatamente.
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