Terrorismo e sicurezza, truffa mondiale: falsi scanner rilevatori di bombe

Sara Catalini

5 Luglio 2016 - 13:36

Terrorismo e sicurezza. Riemerge ieri una vecchia inchiesta su falsi scanner rilevatori di bombe usati in tutto il Medio Oriente. Una truffa mondiale.

Terrorismo e sicurezza, truffa mondiale: falsi scanner rilevatori di bombe

Gli attacchi terroristici degli ultimi giorni a Dacca, Istanbul e a Baghdad rivelano la necessità di implementare le misure di sicurezza nazionali. L’allarme terrorismo è elevato.

Come combatte il Medio Oriente la minaccia dei terroristi militanti fondamentalisti e affini? Con falsi scanner, rilevatori di bombe, che hanno deciso la vita e la morte di migliaia di civili.

Questo è quanto emerso ieri da una vecchia inchiesta di due anni fa, una maxi-truffa globale che, a fronte delle recenti stragi, genera maggiore preoccupazione e pone altri interrogativi sull’efficienza dello screening.

Terrorismo e sicurezza: chi ha comprato i falsi scanner?

Dalla battaglia contro gli attentatori suicidi a Baghdad, alle guerre di droga in Messico e fino alla campagna contro i bracconieri in Africa: i rilevatori sono stati usati per la ricerca di esplosivi, cocaina e per contrastare il contrabbando di avorio.

Non finisce qui. Nel sud della Thailandia, agitato dalle insurrezioni civili, sono stati dispiegati dalle forze armate per effettuare controlli di sicurezza.

In Pakistan sono stati usati per proteggere l’aeroporto di Karachi e tutto il Medio Oriente li ha acquistati per la protezione delle strutture alberghiere.

Erano fasulli. Ma nonostante questo alcuni sono ancora in uso oggi, in Iraq, ad esempio, presso i posti di blocco, confusi per “bacchette magiche” e veri e propri ultimi ritrovati della tecnologia.

Terrorismo e sicurezza: una maxi-truffa mondiale

La pubblicità e l’imballaggio costavano più dei dispositivi stessi. I falsi rivelatori erano venduti con finte possibilità di risarcimento e altrettanto improbabili specifiche tecniche.

I dispositivi erano commercializzati da Samuel Tree e sua moglie, ora al centro dell’inchiesta. La coppia del Bedfordshire aveva comprato dalla Cina pezzi di plastica per costruire i dispositivi la cui costruzione veniva ultimata in un capannone nel loro giardino.

Il prototipo per il dispositivo ha cominciato ad essere venduto negli Stati Uniti con il nome di Gopher: "il regalo perfetto per il golfista che ha tutto". In sostanza era un gadget per cercare la pallina da golf, programmato per individuarla sul campo da gioco.

Poco tempo dopo il Gopher è diventato "Quadro Tracker" ed è stato impiegato da un ex venditore di auto per scovare la droga e gli esplosivi sulle vetture. I due truffatori avevano anche tentato di piazzarlo ad istituti governativi come sistema anti-bomba, ma rivelatene le debolezze da esperti qualificati, il meccanismo sembrava destinato ad avere vita breve.

I due non hanno però perso tempo: riconfezionato e rinominato ancora una volta il dispositivo sono andati alla ricerca di nuovi mercati all’estero, dove con tangenti e poche verifiche avrebbero potuto piazzarlo a prezzi vantaggiosi.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it