Come sentenziato dal Centro Studi di Confindustria, nonostante alcuni lievi segnali di ripresa, l’economia italiana è ancora in bilico perché “le turbolenze non sono finite”. Con il Natale alle porte diventa, quindi, fondamentale adottare strategie ad hoc per far fronte alle difficoltà di uno dei mercati più in crisi, quello dell’elettronica. Quando si parla di tecnologia, le persone hanno imparato ad acquistare più con la testa che con il cuore o la passione.
IL GRUPPO MEDIAMARKET
Pierluigi Bernasconi, amministratore delegato di Mediamarket, azienda italiana che comprende Saturn e Mediaworld, a sua volta gestita dal gruppo tedesco METRO, cerca di difendere i consumi sotto la bandiera di una “tecnologia utile”.
La contrazione degli acquisti nel settore è stata evidente negli ultimi anni. Per l’anno in corso si parla di perdite tra il – 2% e il – 3 %. “Il vero problema – sostiene Bernasconi – è che da una parte aumentano i costi, dall’energia, ai trasporti, agli oneri del lavoro, dall’altro diminuisce il margine operativo a causa dell’aumento dell’attività promozionale, tra offerte e sconti”.
Un’ulteriore difficoltà sta nel fatto che “anche quelle poche categorie che non hanno grandi problemi dal punto di vista economico maturano un atteggiamento verso i consumi meno disinvolto”.
COME PREPARARSI AL NATALE?
“Possiamo chiedere al governo di lasciare stare l’Iva: è già la più alta d’Europa. Poi bisognerebbe ampliare il reddito delle famiglie: le detrazioni fiscali consentono alle famiglie di avere un potenziale di consumo in più".
Occorrono risorse. Il Governo dovrebbe concentrarsi sulla lotta all’evasione fiscale. Si deve poi facilitare qualche acquisto strategico utile alla collettività: dagli elettrodomestici a basso consumo, fino a computer e tablet per la scuola”. Sicuramente “il lancio di un nuovo prodotto Apple - prosegue - rappresenta un punto di riferimento per il mercato. Ma è opportuno spingere su tutti i settori".
IL CASO GIAPPONESE
Dal quartier generale della tecnologia, ovvero il Giappone, non arrivano che conferme sulle ombre che minacciano il settore.
Il caso più eclatante è quello della Sharp, su cui ci sono “dubbi determinanti” sulla stessa sopravvivenza. Entro Marzo ci si aspetta un crollo di 450 miliardi di yen (circa 5,6 miliardi di dollari).
Si parla di perdite miliardarie, confermate dall’indice Nikkei, anche per Panasonic, mentre la Sony, dopo essere stata costretta a licenziare circa diecimila dipendenti, prova a rialzarsi, soprattutto grazie alla forza delle consolle per videogiochi.
La concorrenza di Samsung e Apple non solo è evidente, ma travolgente. L’iPhone resta il gioiello dell’elettronica di consumo e crea disordini e file all’apertura dei negozi nonostante la crisi dell’economia mondiale.
Dopo la “belle epoque” degli anni Ottanta e Novanta, il mito nipponico vacilla. Il Presidente di Panasonic, Kazuhiro Tsuga, ammette: “Le aziende giapponesi erano troppo sicure di sé e fiduciose che la loro abilità in tema di tecnologia non potesse mai fallire”.
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