Non si parlava di ripresa economica? Prima delle vacanze estive e proprio nei giorni di Natale, infatti, si concentreranno i pagamenti delle più odiate tasse dai cittadini italiani: parliamo di Tares, Imu, Irpef e non dimentichiamo l’aumento dell’Iva che scatterà dal primo Luglio 2013. Pagamenti ancora più difficili perché si concentrano proprio nei periodi più delicati per le imprese, molte delle quali a rischio default, che cercano di rilanciare i consumi. Difficile stupirsi di tutto questo nel periodo che precede una campagna elettorale, ma i risultati appaiono come la conseguenza di una grande "leggerezza" nell’adozione di determinati provvedimenti.
Ma vediamo con ordine le scadenze in arrivo.
Giugno e Luglio
Si inizierà a Giugno con il versamento dell’acconto Imu 2013, che questa volta sarà più pesante rispetto a quello del 2012 perché sarà articolato in base alle aliquote comunali e non a quelle standard fissate dalla legge nazionale. Una bella stangata.
A questo aggiungiamo l’acconto Irpef e Ires di Giugno dei lavoratori autonomi.
Si continuerà a Luglio con la nuova imposta sui rifiuti, la Tares, che oltre a coprire integralmente i costi dell’igiene urbana dovrà finanziare i cosiddetti "servizi indivisibili" (l’illuminazione pubblica, la manutenzione del manto stradale, ecc) con una maggiorazione di 30 centesimi al metro quadrato. L’imposta è entrata in vigore il primo Gennaio 2013 in sostituzione di Tarsu, Tia1 e Tia2, ma il pagamento della prima rata è slittato e sarà a Luglio. Un’altra bella stangata.
Come si diceva prima, dal primo Luglio scatterà anche l’aumento di un punto percentuale dell’Iva, che deprimerà il potere d’acquisto delle famiglie e quindi anche la capacità dei contribuenti di rispettare tutte le scadenze fiscali imposte.
Dicembre
Come si diceva prima, a Dicembre, nelle prime tre settimane del mese, il problema si ripresenterà, in quanto ci sarà l’altra rata Tares da pagare, oltre al saldo Imu, il secondo acconto Irpef dei lavoratori autonomi e i conguagli per i dipendenti.
Così facendo, non sarà affatto modificato il conto complessivo della Tares e neanche un eventuale intervento correttivo da parte del nuovo governo che si instaurerà dopo le elezioni di Febbraio, non potrà mai cambiare tanto. Il rinvio crea già dei problemi per le imprese del settore rifiuti, che inizieranno ad incassare solo ad Ottobre e quindi per 10 mesi rimarranno senza copertura, svolgendo pressoché gratis un servizio pubblico indispensabile. Secondo quanto detto da Fise-Confindustria, Federambiente, e i vari sindacati del settore "sarà la messa a rischio della sopravvivenza stessa delle imprese e una completa paralisi a livello nazionale della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti".
In definitiva, bisognerà prestare molta attenzione al calendario delle scadenze, perché se il contribuente non le rispetterà, sarà poi chiamato a pagare ancora di più tra sanzioni e interessi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA