AV Verona/Vicenza: le inquietanti procedure che fanno dell’Italia un paese sottosviluppato.
L’inefficace, costosa e per certi versi inquietante procedura che caratterizza alcune opere strategiche italiane conferma la classificazione dell’Italia collocata da organismi internazionali come il FMI nell’insieme dei paesi sottosviluppati.
La casistica si arricchisce sempre più di elementi sconcertanti che richiedono azioni radicali di correzione senza le quali questo Paese difficilmente potrà rialzarsi.
Brescia/Verona, Verona/Vicenza, Genova/Milano, tutte tratte ad alta velocità, proroghe senza gare delle concessioni autostradali, miliardi di investimenti senza alcuna analisi finanziaria ed economica e con un debito pubblico in rapporto al PIL a livelli record.
Gravissimi nuovi accadimenti segnano l’incredibile vicenda del progetto AV Verona/Vicenza, assoggetto ad una obbrobriosa, strapaesana e falsamente democratica procedura - al di fuori dalle norme interne e comunitarie - finalizzata ad una potente speculazione urbanistica oltre alla illusione proto-keynesiana di qualche centesimo di punto di crescita regionale.
Il Veneto tra il 2007 e il 2014 ha perso il 9,4% del PIL e circa 5 mila euro di PIL pro capite (-12,2%) e un crollo degli investimenti fissi lordi del 28% contro un valore medio dell’Italia rispettivamente di meno 9%, meno 12% e meno 27%.
I fatti nuovi sono l’intervento dell’Unesco, la presenza di sostanze fluoroalchiliche nella rete idrica e l’analisi costi benefici la cui procedura non sembra essere conforme a quanto richiesto dalla legislazione.
Vicenza ventidue anni fa fu dichiarata dall’UNESCO “bene patrimonio dell’umanità” essendo una “realizzazione artistica eccezionale”.
Lo scarabocchio TAV viene spacciato per progetto negoziato tra lobby politiche locali, associazioni d’interesse e correlazioni partitiche romane.
Il Tribunale di Borgo Berga è costruito in un area dell’ex industria Cotorossi acquistata dalla FIN.Vi riconducibile al Gruppo Berlusconi e rivenduta al gruppo Maltauro. Un finanziamento da 23 milioni di euro per il Tribunale con Castelli alla giustizia e Berlusconi alla presidenza del Consiglio.
Tutto questo in un ambiente dove Andrea Palladio ha progettato e costruito la sua villa più famosa per conto di Paolo Almerico - la villa “La Rotonda” - che dista qualche centinaia di metri dal Tribunale e da un complesso urbanistico multifunzionale.
Speculazione edilizia alla grande fregandosene di Palladio della bellezza paesaggistica e oscurata da parole vuote come “recupero e valorizzazione di aree dismesse”.
Ora l’UNESCO minaccia di togliere a Vicenza la denominazione di bene dell’umanità e, infatti, a fine anno sarà applicata una inusuale metodica di analisi chiamata HIA (Heritage Impact Assesment), che valuta l’impatto di grandi interventi infrastrutturali e non sui beni tutelati dall’Unesco.
Un secondo incredibile accadimento è l’analisi costi benefici (ACB) prodotta sul progetto definitivo Verona/Vicenza ma esteso al “progettato” di attraversamento di Vicenza e fino a Padova.
Analisi che dovrebbe produrre il soggetto che ha richiesto al Ministero dell’Ambiente la valutazione. Questo dice la legge, aggiungendo che va validato lo studio con perizia giurata.
Invece no. In Italia è il soggetto concessionario a fare e senza, naturalmente, validazione.
Inoltre l’ACB è fatta prendendo dati di costo inferiori a quelli risultanti dal Contratto di Programma e dati di traffico risalenti al 1999. Alla fine quello che resta è che i minuti guadagnati costruendo questa linea sono sette e alla fine non si sbaglia affermando che ogni minuto costa ai cittadini italiani un miliardo di euro.
Un secondo risparmiato costa 16,6 milioni di euro!
L’Italia con il terzo debito pubblico è uno dei pochi paesi a non avere elaborato delle Linee Guida per l’applicazione uniforme dell’ACB e con l’aggravante che uno studio in proposito è stato redatto da Ernest & Young in collaborazione con il Politecnico di Milano e dove si presentavano le metodologie ACB sugli investimenti infrastrutturali applicate in Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda e Svezia.
Lo studio suggeriva una bozza di linee guida attingendo alle varie esperienze internazionali. Nulla è successo!
Al Ministero delle Infrastrutture l’analisi costi-benefici probabilmente non interessa e ancor meno l’analisi finanziaria. Nel rapporto è scritto che “Non tanto l’insufficienza della dotazione infrastrutturale, quanto l’inefficienza delle scelte allocative appare costituire il vero problema in Italia”.
Fatto ancora più grave è che la delega prevista dall’art. 30 della legge 196/2009 prevedeva una serie di misure volte alla razionalizzazione delle procedure di spesa in conto capitale per la realizzazione di opere pubbliche.
La strapaesana procedura usata a Vicenza ovvero uno studio di fattibilità sostitutivo del richiesto progetto se almeno era rispettato il contenuto dell’ax art 161 del Codice Appalti
“i soggetti aggiudicatori predispongono studi di fattibilità delle infrastrutture strategiche da realizzare secondo modelli definiti con delibera del CIPE, e acquisiscono sugli stessi le valutazioni dell’Unità Tecnica Finanza di Progetto”.
Infine l’ultimo fatto gravissimo al presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), come scrive l’ARPAV Veneto
“Allo stato attuale risulta che la propagazione della contaminazione ha raggiunto un’area di estensione di circa 150 km2 ed interessa principalmente le province di Vicenza, Verona e Padova, con presenza in falda e nei corsi d’acqua superficiali e nel sistema dei pozzi utilizzati per uso potabile nella zona di Lonigo, Sarego, Brendola e Vicenza”.
Questa contaminazione oggetto di analisi epidemiologica congiunta Enea/Medici per l’Ambiente ha quantificato in 30 anni 1260 morti in più dovuti alla contaminazione. Le norme sullo studio di impatto ambientale che viene prodotto al ministero dell’ambiente prescrivono relativamente all’ambiente idrico “stabilire la compatibilità delle modificazioni fisiche, chimiche e biologiche, indotte dall’intervento proposto, con gli usi attuali, previsti e potenziali, e con il mantenimento degli equilibri interni a ciascun corpo idrico, anche in rapporto alle altre componenti ambientali” e “le analisi concernenti i corpi idrici riguardano:a) la caratterizzazione qualitativa e quantitativa del corpo idrico nelle sue diverse matrici;d) la stima del carico inquinante, senza e con intervento, e la localizzazione e caratterizzazione delle fonti”.
Nulla di tutto questo riguardo ai PFAS risulta!
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