L’eurodeputato del M5s, Fabio Massimo Castaldo, difende il Superbonus 110% e intervistato da Money.it replica alle critiche di Draghi e Franco, definendole “fuori luogo”.
Le critiche rivolte dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, e dal ministro dell’Economia, Daniele Franco, al Superbonus 110% non sono piaciute al Movimento 5 Stelle. Un intervento del governo sulla cessione del credito è atteso nelle prossime ore, ma intanto Fabio Massimo Castaldo, eurodeputato del M5s, risponde a Draghi e Franco definendo “fuori luogo” le loro critiche sul Superbonus.
In un’intervista a Money.it Castaldo difende il Superbonus così come il reddito di cittadinanza, misure su cui il Movimento si dice aperto a qualsiasi miglioramento senza però rinunciare all’impianto di questi due interventi. Sul capitolo frodi, Castaldo sottolinea che il 110% è tra quelli “con meno truffe verificate: il vero problema è il meccanismo semplificato di cessione del credito per tutte le tipologie di detrazioni”.
Come giudica le critiche di Draghi e Franco sul Superbonus? Possono mettere in discussione la permanenza del M5s all’interno del governo?
Statistiche sulle frodi alla mano, mi sembrano del tutto fuori luogo e non aderenti alla realtà: tra tutti i bonus esistenti il nostro Superbonus risulta essere quello affetto dal minor numero di truffe. Come Movimento 5 Stelle siamo entrati in questo Governo in base al presupposto che alcune nostre battaglie e riforme storiche, che hanno prodotto risultati rilevanti per il Paese e in particolare per i nostri concittadini più in difficoltà, per i più fragili ma anche per la classe media, proprio come il Superbonus, sarebbero state rispettate e mantenute: se questo impegno dovesse essere calpestato avremmo la prova della sussistenza di una altrui volontà volta ad alimentare inutili tensioni e a sdoganare una mancanza di rispetto che, a mio personale parere, non sembra palesarsi verso altre forze politiche all’interno del perimetro della maggioranza. Noi vogliamo continuare a lavorare in maniera costruttiva per promuovere e rafforzare tutte le iniziative e i provvedimenti che sono nell’interesse dei cittadini: se il nostro apporto e le sensibilità di cui siamo latori dovessero essere reputate non rilevanti dal presidente del Consiglio dovremo prendere atto di questa sua scelta e aprire una riflessione molto seria e ponderata sul futuro.
Non è la prima volta che vengono messe in discussione misure del M5s, era già avvenuto con il reddito di cittadinanza sempre per il rischio di frodi: temete anche sul Rdc qualche passo indietro del governo?
Purtroppo gli attacchi da parte di noti esponenti del centrodestra e da parte di Renzi non sono una novità, anzi: ne hanno fatto una bandiera ideologica, il che palesa la considerazione che hanno di chi si trova costretto a vivere il dramma della disoccupazione in un momento storico come questo. Non pretendiamo di essere i detentori della verità: siamo sempre stati disponibili e aperti a qualunque possibile miglioramento o perfezionamento. A maggior ragione di fronte al dramma delle conseguenze economiche della pandemia, però, bisognerebbe ricordare che senza uno strumento come il reddito di cittadinanza avremmo avuto un vero e proprio disastro sociale. Sicuramente ogni rafforzamento dei controlli per evitare le frodi e gli abusi è benvenuto, così come gli interventi per migliorare la parte attiva delle politiche di reinserimento nel mondo del lavoro ma, di certo, non possiamo accettare che qualcuno in modo pretestuoso e totalmente irragionevole, anzi con l’esplicita volontà di perseguire esclusivamente i propri interessi elettorali attraverso becera e ingannevole propaganda metta nuovamente in discussione una misura che, in tutta Europa, è servita a riqualificare le competenze di chi fatica a trovare un’occupazione e a evitare il ricatto di forme di lavoro che, in realtà, mascherano un vero e proprio sfruttamento che insulta la dignità dei lavoratori.
In entrambe queste battaglie siete rimasti isolati nella maggioranza? Vi fidate del Pd e di Salvini?
No, non ci sentiamo isolati perché sappiamo quanti milioni di cittadini condividono misure come il Superbonus e il reddito di cittadinanza, che hanno ricevuto un sostegno molto ampio dall’opinione pubblica. Non ci interessano, onestamente, le provocazioni di altre forze politiche nella misura in cui non finiscano per sconfinare nella ‘slealtà’ nel rapporto della maggioranza o nel tentativo di cancellare le nostre iniziative. Con il Pd stiamo cercando di costruire un confronto, anche sui territori, che sia più organico e basato su sensibilità e obiettivi comuni: a noi non interessa parlare di fiducia o sfiducia in modo aprioristico, noi vogliamo avere un dialogo trasparente e costruttivo sulle priorità dei cittadini, non ci interessa parlare di alleanze a scatola chiusa ma vogliamo lavorare su proposte condivise funzionali alle tematiche più sentite dal Paese, partendo da un’azione energica contro il caro bollette e dal contrasto alla crescita delle diseguaglianze.
Tra le critiche rivolte al Superbonus c’è quella di favorire solamente le fasce più benestanti: si è fatto poco per i redditi più bassi e che più hanno bisogno di un sostegno economico per l’efficientamento energetico?
Si tratta di una mistificazione: basti pensare a titolo di esempio a quanti condomini stiano usufruendo del Superbonus: di certo, non si può dire che vivere in condominio sia appannaggio esclusivo dei ceti più abbienti. Il Superbonus è un’opportunità per tutti. E soprattutto, in un momento di difficoltà per l’approvvigionamento energetico a causa della crisi tra la Russia e l’Ucraina questo provvedimento dimostra la nostra lungimiranza e la bontà delle nostre scelte perché è pienamente funzionale a conseguire una maggiore resilienza e autonomia dall’importazione di fonti fossili da paesi terzi e a garantire, quindi, maggiore sicurezza e indipendenza al nostro sistema energetico, una prospettiva che andrebbe ulteriormente assecondata e incentivata. Pertanto, si tratta di una misura che, al contrario di quanto alcuni dicono strumentalmente, favorisce proprio i ceti meno abbienti che, senza di essa, ben difficilmente avrebbero le disponibilità per portare a termine una riqualificazione energetica con mezzi propri.
L’altra grande critica riguarda le modalità di rimborso che sembrano aver favorito le frodi: c’è realmente stato un errore o una leggerezza nella scrittura della norma? È possibile che per ogni misura non si prevedano già in partenza controlli rigidi e si debba sempre rimediare in corsa, magari rischiando di perdere milioni di euro?
C’è, a mio avviso, un grande fraintendimento alla base di queste critiche: non bisogna fare di tutta l’erba un fascio e confondere il Superbonus con gli altri bonus esistenti. Come avevo già accennato prima, secondo le tabelle dell’Agenzia delle entrate sulle frodi legate ai bonus, viene dimostrato che il 110% è di gran lunga quello con meno truffe verificate e cioè il 3%, mentre il bonus facciate si attesta al 46%, l’Ecobonus al 34%, il bonus locazioni/botteghe al 9% e il Sisma bonus all’8%. Dunque, forse qualcuno su questo punto è incappato in un grosso equivoco, speriamo accidentalmente, e dovrebbe chiedere scusa. Semmai, il vero problema è il meccanismo semplificato di cessione del credito per tutte le tipologie di detrazioni che rende difficile e farraginoso un controllo accurato su questa ‘moneta fiscale’. Una condizione sulla quale è possibile avviare dei correttivi, e alcuni sono già stati adottati, ma guai a bloccare la misura perché sarebbe come tirare il freno a una locomotiva già avviata che è fondamentale per la ripresa economica del Paese. Siamo sempre pronti e aperti al confronto, nel quale deve essere centrale quello con gli operatori del settore che possono fornirci uno spaccato plastico anche del suo funzionamento concreto. Ma attenzione a non ribaltare la questione: forse bisognerebbe chiedere ad altre forze politiche che hanno proposto gli altri bonus oggetto di frodi massicce come hanno intenzione di ovviare al problema.
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Con lo stop di fatto degli ultimi tempi sul Superbonus si può pensare a un’estensione di alcuni termini come l’obbligo del completamento del 30% dei lavori che scade il 30 giugno?
Assolutamente sì. È necessario evitare che questi rallentamenti vadano a impattare sul legittimo affidamento fatto da cittadini e imprese sulla misura.
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