La galleria degli orrori di cui sono vittime le donne nel nostro paese non finisce mai di arricchirsi. Sono già 100 le donne ammazzate nel 2013 dal marito, dal compagno o dal convivente.
Ma non ci sono solo gli omicidi. E’ notizia di cronaca l’arresto di tre poliziotti a Roma accusati di aver stuprato ripetutamente una ragazza agli arresti domiciliari e un’altra nel commissariato di San Basilio.
Ogni due giorni in Italia muore una donna, ammazzata da chi diceva di amarla, o violentata da coloro che sono pagati per proteggerla. Il dispiacere e la rabbia dominano i comunicati ufficiali delle istituzioni e le trasmissioni tv che mettono in scena il teatro degli orrori nostrano. E il parlamento? Il decreto sul femminicidio, voluto da tutte la parti politiche e approvato l’8 agosto scorso dal Consiglio dei Ministri, è rimasto intrappolato alla Camera.
Troppi emendamenti, troppe discussioni e continui rimandi alla seduta successiva. Ma il tempo sta per finire, il 15 ottobre scade il termine ultimo per la conversione del testo in legge, poi si dovrà ripartire da capo. E intanto, ogni due giorni, una donna viene ammazzata.
100 vittime nel 2013
Nel 2012 sono state 124 le vittime di femminicidio. A cui si aggiungono 47 casi di violenza e tentato omicidio. I dati allarmanti, insieme allo studio presentato dalla European Employment Services’, Eures, in collaborazione con l’agenzia di stampa Ansa fotografano una situazione drammatica. Dall’inizio del 2013 sono già 100 le vittime del femminicidio inteso nella sua accezione ristretta di uccisione della donna, moglie o compagna.
Una donna ogni due giorni. Le cronache riportano storie di violenza fisica inaudita, ma anche di assurda sottomissione. Il 23 settembre 2013 è morta Ilaria Pagliarulo, la 20enne di Taranto vittima da tempo delle violenze del fidanzato 24enne che non ha mai voluto denunciare. Nemmeno quando lui, in seguito ad una lite, ha preso la pistola ed ha sparato colpendola al rene. La giovane ha continuato a non chiedere aiuto, terrorizzata dal suo aguzzino, finché a distanza di sole 12 ore il giovane le ha sparato di nuovo colpendola al torace, ammazzandola.
Questa è sola una delle storie di violenza domestica in cui le donne, terrorizzate dal proprio compagno e lasciate sole da uno Stato che dovrebbero proteggerle, muoiono in silenzio.
Stupro di Stato
Secondo gli inquirenti sarebbero colpevoli di stupro i tre poliziotti di San Basilio arrestati dai colleghi della procura di Roma. I tre agenti, sostituto commissario, un assistente ed un operatore tecnico, sono accusati di aver abusato di una ragazza appena maggiorenne in commissariato e di una seconda ragazza agli arresti domiciliari.
La prima, fermata con alcuni amici nel 2012 perchè in possesso di una piccola quantità di hashish, è stata portata in commissariato. Qui, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe stata costretta ad avere un rapporto sessuale con l’agente in borghese che l’aveva fermata. La seconda, una giovane agli arresti domiciliari per prostituzione, stanca di subire abusi dai due poliziotti ha messo un registratore sotto il letto fornendo così le prove dei continui stupri.
E il decreto legge sul femminicidio?
L’iter d’approvazione del dl sul femminicidio è costellato da continui rimandi. A settembre la seduta si era chiusa con un niente di fatto per la mole del fascicolo da esaminare. Il 2 ottobre invece scoppia una lite sull’irrevocabilità della querela e si rimanda alla settimana successiva. Insomma il termine per la conversione del testo in legge si avvicina e la Camera è ancora in alto mare.
Sono più di 300 gli emendamenti presenti nel decreto legge sul femminicidio. E il termine ultimo per la loro discussione e conversione è il 15 ottobre. Le perplessità intorno al decreto non sono poche: è scattata una polemica circa la proposta di rendere irrevocabile le querele delle donne. A questo si aggiunge l’emendamento della Lega che ha scatenato un putiferio: niente gratuito patrocinio alle donne vittime di reati che hanno redditi elevati. Il tutto coronato dalla critica alla struttura stessa del testo, presentato come decreto omnibus contenente anche emendamenti su Vigili del Fuoco, protezione civile, violenza negli stadi e le violenze dei No Tav.
La situazione fotografata dai dati è drammatica e dipinge una realtà in cui le donne sono sole di fronte alla pazzia e alla violenza degli uomini. La battaglia contro il femminicidio si dovrebbe fare fornendo alle donne strumenti giuridici forti in grado di tutelarle e favorendo la creazione di una coscienza civile più rispettosa della figura femminile.
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