Stepchild adoption per coppie gay: è realtà? Il sì della Cassazione nei casi particolari

Fiammetta Rubini

22 Giugno 2016 - 15:05

La stepchild adoption tolta dalla legge Cirinnà potrebbe rientrare tramite vie giudiziarie: la Cassazione ha detto sì all’adozione del figlio del partner gay nei casi previsti dalla legge.

Stepchild adoption per coppie gay: è realtà? Il sì della Cassazione nei casi particolari

Novità sul fronte stepchild adoption: l’adozione del figlio del partner, esclusa dalla legge Cirinnà, ha il via libera della Cassazione. Il caso particolare in questione, che ha visto concessa l’adozione della figlia della partner in una coppia omosessuale, dà il via all’approvazione della stepchild adoption in situazioni simili.

Come sappiamo la legge sulle Unioni Civili, approvata in via definitiva l’11 maggio 2016, è passata senza stepchild adoption, ossia l’adozione del figlio del partner, per le coppie omosessuali.

La stepchild adoption non è una novità in Italia, né è da riferire esclusivamente alle coppie gay. Nel nostro Paese l’adozione del configlio è stata introdotta nel 1983 (Legge 184/1983) e prevede l’adozione del figlio minorenne del coniuge o convivente nei casi in cui il genitore biologico dia il consenso e che l’adozione corrisponda all’interesse del figlio.

In origine la stepchild adoption era ammessa solo per le coppie sposate, ma dal 2007 è stata estesa anche ai conviventi. Il ddl Cirinnà voleva inserirla nella legge sulle Unioni Civili, consentendo anche al componente di una coppia gay di adottare il figlio del partner. La proposta è stata però bocciata e la stepchild adoption stralciata dall’articolo 5.

Adesso una recente sentenza della Cassazione, che si è pronunciata in tema di stepchild adoption per le coppie omosessuali “in casi particolari” previsti dalla legge 184/1983, potrebbe far cambiare la direzione del vento.

Infatti la prima Sezione Civile della Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del procuratore generale e ha confermato la sentenza della Corte d’Appello di Roma con la quale è stata accolta la domanda di adozione di una minore proposta dalla partner e convivente stabile della madre. A renderlo noto è stata la stessa Cassazione attraverso un comunicato.

Stepchild adoption per coppie gay: quando è ammessa?

Con la sentenza 12962/16, pubblicata oggi, la Corte Suprema si è pronunciata sull’adozione in casi particolari previsti dalla legge 184 del 1983. I giudici della Suprema Corte hanno confermato l’adozione per una coppia di donne omosessuali affermando che la stepchild adoption “non determina in astratto un conflitto di interessi tra il genitore biologico e il minore adottato, ma richiede che l’eventuale conflitto sia accertato in concreto dal giudice”.

Inoltre secondo la Corte Suprema questa adozione “prescinde da un preesistente stato di abbandono del minore e può essere ammessa sempre che, alla luce di una rigorosa indagine di fatto svolta dal giudice, realizzi effettivamente il preminente interesse del minore”.

Ribadendo il principio giuridico in linea con tutta la giurisprudenza italiana ed europea, già nel 2014 e 2015 il Tribunale dei Minori di Roma aveva sancito che l’orientamento sessuale di chi adotta non costituisce un elemento ostativo alla stepchild. Dopo aver verificato con estrema attenzione che la convivente della madre biologica del minore aveva stretto un legame affettivo importante con il minore e aveva anche tutti i requisiti (sia giuridici eche etici) per essere un buon genitore, le sue capacità genitoriali non potevano essere di certo ostacolate dal suo orientamento sessuale.

Che significato ha la sentenza della Cassazione sull’adozione del configlio per le coppie gay? Alla Corte Suprema spetta l’ultima parola, per cui si va ora a dettare la linea interpretativa sulla stepchild in tutti i tribunali d’Italia. Ciò significa che i giudici, per i casi particolari in cui l’adozione può essere ammessa, applicheranno anche per le coppie omosessuali le norme del ddl Cirinnà stralciate dalla maggioranza.

In ogni caso non sorprende la decisione della Cassazione di pubblicare la sentenza ora che la stepchild adoption è un tema molto meno incandescente.

Stepchild adoption coppie gay: perché è stata eliminata dalla Legge Cirinnà?

La legge Cirinnà ha avuto un iter piuttosto lungo e articolato, soprattutto a causa delle forze cattoliche in gioco, ostative sul fronte adozioni e stepchild per le coppie omosessuali.

Per approvare il ddl Cirinnà il PD ha dovuto cedere a un compromesso con il Ncd di Alfano che chiedeva lo stralcio della stepchild per le coppie gay. Una delle principali motivazioni sarebbe quella di evitare di aprire la strada alla “pratica abominevole” dell’utero in affitto.

Ovviamente si tratta di una spiegazione insensata e infondata visto che oggi la stragrande maggioranza delle coppie che ricorre alla maternità surrogata è eterosessuale. Ma per poter far approvare la legge sulle Unioni civili senza ulteriori ritardi si è preferito sacrificare l’adozione del configlio, fino ad oggi. Infatti la decisione della Cassazione rimescola le carte sul tavolo e dà ancora una speranza alle famiglie arcobaleno di tutta Italia.

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