Domani la proposta di riforma del Ministro Madia sul lavoro degli statali arriverà in Consiglio dei Ministri. Il governo pensa ad avviare una consultazione on line sui contenuti della riforma
Domani è il grande giorno degli statali: il decreto e il disegno di legge delega che dovrebbero comporre la riforma sbarcheranno in Consiglio dei Ministri. Ad annunciarlo è stato il premier Renzi con un cinguettio: "mercoledì la P.A. con un pensiero affettuoso agli amici gufi".
Da palazzo Chigi non trapela nessuna indiscrezione, dovremo aspettare domani per sapere se il Consiglio dei Ministri approverà il testo presentato dal Ministro Madia. La riforma del lavoro degli statali è accompagnata dalle polemiche dei sindacati che sono stati sentita del governo, ma con i quali non è stato avviato alcun tavolo di trattativa.
La concertazione, insomma, non c’è stata e quasi sicuramente non ci sarà mai. Le opinioni dei sindacati, e di altri soggetti interessati dalla riforma, potrebbero essere raccolte con una diversa modalità: una consultazione on line sui contenuti della riforma della pubblica amministrazione.
Intanto vediamo i punti principali della riforma.
I dirigenti
I dirigenti pubblici sono certamente uno dei primi obiettivi della riforma degli statali. Sarà eliminata la distinzione in prima e seconda fascia e arriverà un ruolo unico. I contratti dei dirigenti statali saranno a termine e dovranno ruotare.
Cambieranno anche le modalità di retribuzione: oltre al tanto discusso tetto agli stipendi dei manager statali, sarà ridotta anche la parte variabile della retribuzione. I premi saranno erogati non più a pioggia ma dopo un’attenta valutazione dei risultati. Una parte sarà anche legata all’andamento dell’economia tramite l’osservazione del Pil del paese.
Esuberi
Il commissario per il taglio alla spesa Cottarelli ha individuato circa 85.000 esuberi tra i lavoratori statali. Il Ministro Madia ha proposto diverse modalità per la gestione degli esuberi: la staffetta generazionale, prepensionamenti o garantire degli scivoli per il lavoratori più anziani per favorire l’ingresso dei giovani.
Cambieranno le modalità di assunzione degli statali e si pensa anche di sbloccare il turn over attualmente fissato al 20 per cento: ogni cinque lavoratori che escono ne può essere assunto solo uno.
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