Stalking condominiale, esiste ed è molto diffuso: cos’è e come difendersi

Isabella Policarpio

23/04/2020

26/06/2020 - 10:22

condividi

Lo stalking condominiale è più diffuso di quanto si pensi e può essere davvero limitante per la vita di chi lo subisce. In questa guida vedremo come riconoscerlo e cosa fare per reagire.

Stalking condominiale, esiste ed è molto diffuso: cos’è e come difendersi

Capire cos’è lo stalking condominiale è importante per poter reagire, denunciare il fatto e tornare alla vita di sempre, in totale serenità.

I rapporti con il vicinato non sono mai facili, ma alcune volte la situazione può essere così grave da integrare il reato di stalking. Questo si ha quando i comportamenti molesti e persecutori sono reiterati nel tempo, continui e abbiano l’effetto di provocare uno stato di ansia nei confronti di chi li riceve.

In questo articolo faremo il punto della situazione sui profili giuridici dello stalking condominiale, come si prova e come reagire.

Cos’è lo stalking condominiale? Profili giuridici ed esempi

Lo stalking condominiale è una nuova categoria di stalking che, da qualche tempo, ha trovato conferma anche sul piano giuridico. Non si tratta di semplici “liti di condominio” ma di veri e propri atti persecutori capaci di condizionare negativamente la vita della vittima.

Precisamente, il riconoscimento giuridico dello stalking condominiale si fonda sull’articolo 612 bis del Codice Penale, ovvero su una interpretazione estensiva del reato di “atti persecutori”. Qui si prevede che sono stalker coloro che commettono reiterate condotte persecutorie tali da provocare un perdurante stato di ansia e angoscia nelle vittime. Nello stalking condominiale vittima e artefice sono condomini, ma i comportamenti e gli effetti sono i medesimi di quelli che si hanno, ad esempio, all’interno di una coppia di fidanzati: vessazioni, scenate di gelosia, violenza psicologica, eccessiva intrusione nella vita privata altrui, e così via.

Stalking condominiale: le sentenze della Cassazione

Il fenomeno dello stalking condominiale ha trovato conferma, per la prima volta, nella sentenza n. 20895/2011, in cui la Corte di Cassazione ha ufficialmente battezzato la lettura estensiva dell’articolo 612 bis del Codice Penale, introducendo la possibilità di prevedere lo stalking in molteplici situazioni, e non solo nei rapporti amorosi.

Ultima consacrazione dello stalking condominiale è arrivata nel 2016 con la sentenza 26878: qui i giudici della Corte hanno sancito che lo staking condominiale ha luogo ogni volta che la condotta persecutoria di uno o più condomini costringe la vittima a modificare le proprie abitudini di vita e a gettarlo un uno stato di ansia.

Come provare lo stalking condominiale

Lo stalking condominiale rientra nella più vasta categoria di stalking e, pertanto, per essere provato occorre dimostrare in giudizio tutti gli elementi che lo caratterizzano, cioè:

  • gli atti persecutori;
  • la reiterazione da parte dello stalker;
  • i danni psico-fisici riportati dalla vittima;
  • il nesso causale tra il danno e gli atti persecutori.

In altre parole, per provare e denunciare devi munirti di certificato medico che attesti la sofferenza subita: stress, traumi, lesioni personali e altro. Per quanto riguarda la prova della condotta persecutoria, la vittima potrà avvalersi di testimoni (ad esempio gli altri condomini) e allegare copia dei messaggi o altre comunicazioni di carattere intimidatorio.

Stalking condominiale, come reagire: la denuncia

Dunque, ora che abbiamo individuato gli elementi dello stalking condominiale, se ritieni di esserne vittima, non resta che rivolgersi alle autorità competenti (Carabinieri, Forze di Polizia, ecc.) e sporgere denuncia. La vittima può denunciare entro 6 mesi dall’avverarsi dell’ultimo episodio persecutorio.

Il reato di stalking è punito nel nostro ordinamento con la reclusione fino a 4 anni, che può aumentare se:

  • lo stalker è o era sentimentalmente legato alla vittima;
  • le persecuzioni sono state compiute per mezzo di apparecchiature informatiche o con l’uso di armi;
  • la condotta è rivolta verso un minore, un disabile o una donna in gravidanza.

La vittima dovrà indicare nel verbale di denuncia le generalità dello stalker, la descrizione delle condotte persecutorie, i danni subiti e la volontà di perseguire penalmente il fatto. Saranno poi le forze dell’ordine ad accertare la veridicità dei fatti e mettere in moto il processo giudiziario.

Argomenti

# Reato

Iscriviti a Money.it