Squid Game: i problemi dell’economia della Corea del Sud che hanno ispirato la serie

Riccardo Lozzi

06/10/2021

19/11/2021 - 11:39

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Come la situazione economica della Corea del Sud ha ispirato la serie cult di Netflix Squid Game, tra l’aumento dei prezzi delle case, la disoccupazione e il boom delle criptovalute.

Squid Game: i problemi dell’economia della Corea del Sud che hanno ispirato la serie

Il successo registrato da Squid Game ha certificato ancora una volta la diffusione a livello mondiale della cosiddetta K-Culture. Dopo il pluripremiato Parasite agli Oscar del 2020 e l’esplosione internazionale del gruppo musicale BTS anche in Borsa, la serie coreana potrebbe diventare il prodotto più visto di sempre su Netflix.

L’esportazione di tali prodotti culturali che, soprattutto nel settore audiovisivo, ricalcano elementi socio-economici comuni, sembra quindi accrescere la curiosità del resto della popolazione globale nei confronti della situazione interna del Paese protagonista.

Diventa quindi interessante comprendere a fondo come funziona l’economia della Corea del Sud e quali sono i problemi del tessuto sociale interno riportati all’interno di Squid Game.

I problemi dell’economia della Corea del Sud che hanno ispirato Squid Game

Come affermato dal creatore Hwang Dong-hyuk, infatti, le storie dei personaggi raccontate nel K-drama riflettono “i problemi e le realtà della società sudcoreana”.

Inoltre, è importante sapere che la prima stesura del soggetto è datata 2008. Nonostante sia stata riscritta nell’ultimo anno, inserendo anche le nuove problematiche relative alla crisi pandemica, già oltre 10 anni fa era quindi possibile osservare le difficoltà riportate nella serie.

Le componenti che stanno caratterizzando la crisi economica della Corea del Sud sono riconducibili a due fattori: l’aumento vertiginoso dei prezzi delle case e, al tempo stesso, la forte disoccupazione, sopratutto giovanile.

Questi trend combinati hanno allargato la forbice di disparità tra le fasce più ricche e quelle più povere. Un dato certificato dal ranking realizzato dall’OCSE che classifica il Paese asiatico all’11° posto tra le nazioni più ricche con maggiore disuguaglianza, attribuendogli il valore di 0,345 del coefficiente Gini.

Negli ultimi anni si è assistito così a un incremento dell’indebitamento delle famiglie che rischia di rappresentare un freno all’espansione economica dello Stato. Un andamento condizionato in particolare dall’aumento dei costi del mercato immobiliare, che a Seoul si è spinto oltre il 50% sotto la presidenza di Moon Jae-in.

La “dirt spoon generation” e il boom delle criptovalute

Contestualmente è diventato sempre più basso il livello occupazionale per i più giovani, per i quali è stato coniato il termine di “dirt spoon generation”.

Una definizione che certifica la difficoltà per molti giovani coreani nati in famiglie a basso reddito, i quali hanno rinunciato o non hanno possibilità di raggiungere un miglioramento del proprio livello sociale.

Questo immobilismo economico sta spingendo le nuove generazioni a cercare nuovi metodi di arricchimento che l’attività professionale non sembra più in grado di fornire.

Non è un caso che proprio in Corea del Sud si sia assistito a un vero boom del mercato delle criptovalute fin dai suoi esordi. Nel 2017 il mercato sudcoreano rappresentava il terzo al mondo, dietro solamente a Stati Uniti e Giappone.

L’ossessione nel ricercare altre forme per guadagnare denaro in tempi rapidi, così da cambiare il proprio stile di vita in pochi secondi, è fedelmente rappresentata anche nel prodotto audiovisivo dal clamoroso premio dal valore di 45,6 miliardi di won (pari a 33,4 milioni di euro) messo in palio in Squid Game.

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