Sistema elettorale proporzionale: cos’è, come funziona e perché se ne torna a parlare

Antonio Atte

13/12/2016

13/12/2016 - 17:16

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Sistema elettorale proporzionale: cos’è e come funziona la legge che potrebbe prendere il posto dell’Italicum? Ecco le varie alternative in campo.

Sistema elettorale proporzionale: cos’è, come funziona e perché se ne torna a parlare

Che cos’è il sistema elettorale proporzionale e perché il tema è tornato ad affacciarsi nel dibattito politico italiano?

Tra i compiti principali del governo Gentiloni c’è quello quello di varare una nuova legge elettorale omogenea per la Camera e per il Senato, dal momento che l’Italicum - l’attuale sistema elettorale, fortemente voluto dal governo Renzi - è valido soltanto per Montecitorio proprio perché pensato in funzione del superamento del bicameralismo paritario, previsto dalla riforma costituzionale che gli italiani hanno respinto col referendum del 4 dicembre.

L’Italicum stato approvato nel 2015 ed è entrato in vigore solo a partire dallo scorso luglio, ma è destinato a una precoce rottamazione, senza essere mai stato utilizzato.

Nel suo primo discorso alla Camera da presidente del Consiglio, Gentiloni ha affermato che il governo cercherà di “accompagnare” e “sollecitare” l’approvazione della nuova legge elettorale, sottolineando però che l’iniziativa spetta al Parlamento.

Le forze politiche sono in attesa del pronunciamento della Consulta, la quale ha fissato per il prossimo 24 gennaio la discussione sulle eccezioni di costituzionalità sollevate sull’Italicum.

Negli ultimi tempi si parla con insistenza di un ritorno al proporzionale. Ma cos’è e come funziona questo sistema elettorale?

Sistema elettorale proporzionale: cos’è e come funziona?

Il cosiddetto “proporzionale” è il sistema che ha regolato le elezioni politiche italiane per tutto il corso della Prima Repubblica, dal 1946 al 1993, con variazioni minime.

La legge elettorale proporzionale fu introdotta dopo la caduta del fascismo e consisteva - per quanto riguarda l’elezione dei membri della Camera - nella suddivisione del territorio nazionale in 32 circoscrizioni plurinominali (atte cioè a eleggere più membri dell’organo collegiale) assegnatarie di un numero di seggi variabile a seconda della popolazione.

Ogni elettore aveva a disposizione un massimo di quattro preferenze. Per il Senato questo sistema conteneva alcune piccole correzioni in senso maggioritario, pur rimanendo sostanzialmente un proporzionale.

La legge in questione fu sostituita nel 1993 dal Mattarellum, sistema elettorale maggioritario corretto da una sensibile quota proporzionale pari al 25% dei seggi della Camera e del Senato.

Sistema elettorale proporzionale: le varie posizioni in campo

Le posizioni attualmente in campo circa le possibili modifiche alla legge elettorale sono dunque le seguenti:

  • Italicum: è la legge attualmente in vigore. Divide il Paese in 100 collegi, che eleggono da 3 a 9 deputati. Il capolista è bloccato, gli altri possono essere scelti con le preferenze. E’ previsto un premio di maggioranza (340 seggi) alla singola lista in grado di ottenere il 40% al primo turno, oppure al ballottaggio. Il Movimento 5 Stelle - dopo aver aspramente avversato l’iter di approvazione di questa legge - ora si dichiara a favore dell’Italicum e preme per una sua estensione anche al Senato (ovviamente dopo le opportune modifiche della Consulta), dal momento che, grazie al premio di maggioranza e al ballottaggio, tale sistema incrementerebbe le sue chances di andare al governo.
  • Proporzionale: il principale sponsor di questo sistema elettorale è Forza Italia.
  • Consultellum: è il sistema attualmente in vigore al Senato e rappresenta ciò che resta del Porcellum, dopo la bocciatura della Consulta nel 2013. Tale impianto si avvicina a un proporzionale e apre le porte a un governo di larghe intese. Il Consultellum potrebbe piacere a Berlusconi e ai centristi e in generale tutte a tutte le forze politiche che temono un’ascesa del M5S (tra cui il Pd).
  • Mattarellum: è il sistema che ha regolato le elezioni politiche del 1994, 1996 e del 2001 e deve il suo nome all’attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che fu il relatore di questa legge. Tra i sostenitori del Mattarellum troviamo la minoranza del Pd (guidata da Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza) e il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini.

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