Il settore della sharing economy è attualmente oggetto di una proposta di legge che tenta di regolamentare l’economia della condivisione. Piattaforme digitali come Uber e Airbnb diventeranno “legali”?
Ieri è stata presentata dai parlamentari dell’“Intergruppo Innovazione” la proposta di legge numero 3564 in merito al settore della sharing economy.
L’intento dei firmatari della proposta è quello di “disciplinare le piattaforme digitali per la condivisione di beni e servizi e a promuovere l’economia della condivisione”. Piattaforme come Uber e Airbnb diventeranno “legali”?
I dodici articoli contenuti nella nuova proposta di legge cercano di regolamentare il settore della sharing economy definendo i soggetti che ne fanno parte e introducendo una serie di strumenti capaci di garantire “la trasparenza, l’equità fiscale, la leale concorrenza e la tutela dei consumatori”.
La proposta di legge è attualmente online e rimarrà disponibile fino al prossimo 16 maggio per consentire agli utenti di lasciare commenti e suggerimenti che saranno poi considerati dai deputati durante la stesura della versione finale. Nel frattempo vediamo insieme quali sono le novità previste dall’attuale proposta di legge.
Sharing economy: il contenuto della proposta di legge
La proposta di legge elaborata dall’Intergruppo parlamentare per l’Innovazione tecnologica introduce una serie di novità, innanzitutto in materia fiscale. Secondo il nuovo provvedimento gli introiti generati dalle piattaforme digitali devono essere tassati con una aliquota del 10% fino a un massimo di 10mila euro annui mentre, oltre tale soglia, saranno sommati agli altri introiti percepiti e quindi sottoposti all’aliquota corrispondente.
L’articolo 4 individua invece quei fattori che servono a definire cosa rientra nel settore della sharing economy. Per esempio vengono esclusi i servizi per i quali il gestore stabilisce una tariffa fissa: la notizia interesserà in particolare Uber, il servizio che permette di prenotare auto a noleggio tramite app mobile, che pone al centro del suo business proprio le decisioni relative alle tariffe.
La nuova proposta di legge assegnerà inoltre all’Autorità per la concorrenza e il mercato il ruolo di vigilante per cui l’AGCM dovrà valutare i singoli casi e riscontrarne le eventuali irregolarità e violazioni normative.
Sharing economy: i dati del fenomeno
La sharing economy, sebbene sia un settore in continua crescita in Italia, è rimasto per lungo tempo privo di una normativa in grado di garantire una concorrenza leale tra i gestori delle piattaforme tecnologiche che forniscono beni e servizi e i rappresentanti dei settori tradizionali.
Secondo gli esperti di PriceWaterHouseCooper la sharing economy nel 2014 valeva 15 miliardi di dollari mentre nel 2025 produrrà profitti pari a 235 miliardi di dollari l’anno. Si tratta dunque di un settore in espansione che consente a piattaforme come Uber e Airbnb di ottenere ampi guadagni investendo risorse minime.
Per questo motivo il nuovo provvedimento italiano cerca di legalizzare la sharing economy in modo che non risulti più una minaccia per i settori tradizionali ma piuttosto una risorsa sia per i consumatori, che potranno trarne vantaggio in termini di risparmio e accessibilità, sia per la società, che potrà controllarne e sanzionarne le procedure.
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