Barili di petrolio sotto i 50 dollari. Come reagisce l’economia americana al crollo dei prezzi? Ecco come lo shale oil sta cambiando il mondo e gli Stati Uniti.
Il crollo più grande del prezzo del petrolio dall’inizio della recessione globale che stiamo vivendo riesce ad avere anche i suoi lati positivi sull’economia degli Stati Uniti.
Le uniche a soffrire per i 50 dollari al barile sono le società produttrici di shale oil, che nel 2015 si vedono costrette a ridurre il proprio budget e a licenziare il personale non strettamente indispensabile.
Il boom del shale oil negli Stati Uniti ha portato il Paese al più alto grado di autosufficienza energetica dal 1980, nonché un altissimo rischio a livello ambientale dati i danni previsti per questa tipologia di estrazione.
Il prezzo comparato del greggio è sceso sotto i 50 dollari, la crescita della domanda si sta indebolendo e l’OPEC, che controlla il 40% della fornitura, non vuole tagliare la produzione.
"La portata e la rapidità del declino dei prezzi è stata una sorpresa.
Siamo ora di fronte ad una nuova realtà."
ha detto Andy Lipow, presidente della Lipow Oil Associates LLC, consulente energetico a Houston.
La crisi delle società di shale oil
Alcune tra le più grandi società d’estrazione di shale oil degli Stati Uniti stanno spendendo soldi più velocemente di quanto ne guadagnano e chiedono sempre più prestiti.
I prezzi attuali del petrolio sono "una tendenza insostenibile nel lungo termine", ha detto Warren Henry, portavoce della Continental.
Nel 2014, la produzione di petrolio negli Stati Uniti è aumentata di 1 milione di barili al giorno per il terzo anno consecutivo, spingendo la produzione al più alto livello da oltre tre decenni.
Solo due mesi fa, la Continental Resources Inc. (CLR), la società d’estrazione dello shale oil fondata dal miliardario Harold Hamm, aveva previsto un guadagno di 80 dollari al barile e una spesa di 4,6 miliardi dollari nel 2015. Sei settimane più tardi, con il greggio in calo del 29%, la Continental ha tagliato il suo budget per il 2015 a 2,7 miliardi di dollari.
La Halliburton Co. (HAL), il più grande fornitore al mondo di servizi di fracking per l’estrazione dello shale oil offerti alle compagnie petrolifere, ha annunciato che licenzierà 1.000 lavoratori. Due mesi prima, il presidente e amministratore delegato Dave Lesar aveva dichiarato "il nostro settore sarà al sicuro" se i prezzi del petrolio rimarranno tra gli 80 e i 100 dollari al barile. Previsione non avveratasi.
I tagli al bilancio
Gli investimenti per lo shale oil negli Stati Uniti diminuiranno nel 2015.
La crisi potrebbe spingere il Texas in una "recessione dolorosa" come dice Michael Feroli, capo economista presso JPMorgan Chase & Co. a New York.
Il Texas fornisce il 37% della produzione di petrolio degli Stati Uniti. L’industria del petrolio e del gas rappresenta l’11% dell’economia dello stato, e gli effetti della crisi dei prezzi del petrolio potrebbero estendersi su tutti i cittadini e le altre imprese presenti sul territorio.
Gli Stati Uniti non gli unici a soffrire a causa dei prezzi bassi del petrolio.
I membri dell’OPEC, escluso l’Iran, si trovano ad affrontare i ricavi da esportazioni più bassi di tutto il decennio. L’OPEC nel 2015 vedrà 446 miliardi dollari di guadagno dall’esportazione di greggio all’estero, contro i 703 miliardi dollari del 2014.
Troppi barili di petrolio
L’OPEC - come sappiamo - ha rifiutato di tagliare la produzione per aumentare i prezzi, scegliendo di difendere la quota di mercato, nonostante il boom dello shale oil riduca le importazioni statunitensi e lasci più barili in cerca di destinazioni alternative.
L’economia della Russia, il secondo più grande esportatore di greggio, potrà contrarsi di circa il 4% nel 2015 se il petrolio dovesse rimanere a 60 dollari, secondo il ministro delle Finanze Anton Siluanov. Il petrolio e gas naturale hanno rappresentato il 68% degli introiti delle esportazioni della Russia nel 2013. Il rublo russo è sceso ad un minimo da record, influenzando negativamente con la sua debolezza le valute degli altri produttori di energia come Norvegia, Canada e Messico.
Le conseguenze sui consumatori
Il crollo di petrolio ha portato anche ad un taglio dei costi per i consumatori. I cittadini degli Stati Uniti stanno pagando i prezzi più bassi per la benzina dal 2009.
Gli analisti della Goldman Sachs Group Inc. hanno dichiarato il mese scorso che il prezzo così basso della benzina farà aumentare la crescita economica degli Stati Uniti di 0,5 punti percentuali nel 2015.
"Il vantaggio per i consumatori è molto più grande rispetto a quello dei produttori" dice Mark Zandi, capo economista di Moody Analytics Inc.
"Se il prezzo dovesse rimanere a 60 dollari al barile, i consumatori risparmieranno 150.000 milioni di dollari in benzina. È un risparmio enorme. La maggior parte di quel denaro risparmiato sarà speso in altro modo e guiderà la crescita economica statunitense."
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