Mastercard: basta un selfie per pagare. Come funziona?

Claire Giangravè

4 Luglio 2015 - 09:17

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Mastercard lancia la possibilità di effettuare pagamenti tramite selfie grazie ad un’app. Ecco come funziona e quali sono i rischi.

Mastercard: basta un selfie per pagare. Come funziona?

MasterCard ha intenzione di lanciare un nuovo metodo di pagamento tramite selfie e che verrà testato a breve su 500 utenti. Il trend che ha conquistato i social, creato la carriera di Kim Kardashian e fatto esplodere l’industria dei selfie-stick, ora si appresta a subentrare nel sistema bancario.

Ad oggi, MasterCard utilizza un sistema chiamato SecureCode che permette alle banche di verificare l’identità degli utenti che fanno acquisti online. Tuttavia, le password sono una scocciatura soggetta a smarrimenti e furti. Da qui il tentativo da parte di organizzazioni bancarie, con l’aiuto di compagnie come Google, Apple e Facebook, di trovare metodi più sicuri.

Ajay Bhalla, dirigente esecutivo di MasterCard, ha detto in una intervista:

“Abbiamo troppe password da ricordarci, il che crea problemi extra per i consumatori e il business. La nuova generazione, che è appassionata di selfie...Io penso che lo troveranno figo. Che lo apprezzeranno.”

Bhalla non si sbaglia, infatti il trend dei selfie è estremamente diffuso tra i giovani millennials, ovvero la generazione nata nel nuovo millennio. Secondo una ricerca del Pew Research Center, circa il 55% dei giovani ammette di aver scattato selfie.

Selfie con MasterCard: come funziona?
La proposta di MasterCard prevede che, scaricando un’app, si potrà validare il pagamento tramite foto, o meglio selfie, in tre semplici passi:

  1. Prima di effettuare il pagamento, l’app di MasterCard ti chiederà se desideri autenticarti con un selfie.
  2. Se accetti, apparirà una schermata circolare dove scattare il selfie.
  3. Dopo aver scattato la foto l’app ti chiederà di sbattere gli occhi in modo tale da essere certo che non si tratti di una foto.

Finito! Con pochi semplici passi hai effettuato il pagamento e hai una foto in più. Ma quale sono i rischi?

Pagare con MasterCard tramite selfie: quali rischi?
Uno dei rischi principali è quello di inviare la una foto personale ad un’app e quindi rischiare il furto di identità oppure che essa sia utilizzata senza il consenso dell’utente.

A questo interrogativo, MasterCard ha risposto dicendo che la foto verrà convertita in un algoritmo, una serie di 1 e 0, che verranno inviati tramite Internet a MasterCard. MasterCard, allora, metterà a paragone il codice ricevuto con quello presente nel suo database e deciderà se si tratta della faccia del proprietario della carta. Solo in questo caso il pagamento potrà essere approvato.

Il metodo di chiedere all’utente di sbattere gli occhi garantisce un’ulteriore protezione che impedisce che venga utilizzata una foto ai fini di compiere il pagamento.

Certo, rimane ancora il dubbio sull’efficenza di questi metodi di riconoscimento facciale che subiscono variazioni di efficienza. Facebook riesce ormai quasi sempre a individuare l’identità delle persone presenti nelle foto con tag anche quando fanno smorfie o espressioni improbabili.

Ma esistono casi, come quello recente di Google, che compiono errori imbarazzanti e talvolta offensivi. Come ad esempio il polverone alzato negli Stati Uniti quando una foto di una coppia afro-americana ha ricevuto il tag ‘Gorilla’ dall’algoritmo di Google.

Pagamento biometrico: è il futuro?
Quando la Apple ha lanciato il sistema di riconoscimento delle impronte digitali, anche al fine di effettuare pagamenti online, ha iniziato una vera e propria rivoluzione della cyber-sicurezza.

Google sta lanciando TrustedVoice, un programma che permette agli utenti di navigare e accedere gli smartphone con la propria voce. Basterà dire “Ok. Google” per sbloccare il telefono.

MasterCard sta anche tentando con la compagnia canadese Nymi di lanciare una tecnologia in grado di riconoscere il battito cardiaco individuale dei suoi utenti. Non mancano anche trovare curiose come quella di una compagnia Inglese che ha sviluppato la prima password formata esclusivamente da emoji per accedere al proprio conto bancario.

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