Sciopero avvocati, le proteste non si fermano. Dopo le ultime tre giornate di astensione dal lavoro (dal 18 al 20 febbraio scorso) già si annuncia il prossimo sciopero. Come mai? Scopriamolo insieme.
Sciopero avvocati, non è ancora finita. Nei giorni scorsi, infatti, in migliaia si sono ritrovati a Roma a manifestare, dando vita a un corteo snodatosi da piazza della Repubblica fino a piazza SS. Apostoli. La Capitale non è certo nuova al traffico impazzito a causa delle proteste, ma l’avvocatura è un protagonista decisamente inedito, in quanto del tutto nuovo alla vita della piazza nelle quali normalmente si riversano ben altre categorie lavorative.
Sciopero dal 17 al 22 marzo 2014
Eppure l’Ona (L’Organismo unitario dell’avvocatura) non sembra disposto a cedere le armi così facilmente, soprattutto dinnanzi al grande successo di partecipazione (ed eco mediatica) ottenuto con i tre giorni di astensione dal lavoro di questo mese. Non lascia, quindi, anzi raddoppia: proclamate altre 6 giornate di sciopero, dal 17 al 22 marzo 2014, promettendo anche la presentazione di un cronoprogramma di proposte da presentare a governo e Parlamento. Nel mirino dell’avvocatura c’è soprattutto il ritiro del ddl delega sul processo civile, ma non solo.
“No alla giustizia a pagamento”
Tra le numerose rivendicazioni degli avvocati italiani, lo slogan più ripetuto è stato proprio il “no alla giustizia a pagamento”. Quindi: no all’aumento del contributo unificato e delle marche da bollo per iscrivere una causa a ruolo, no all’aumento dei costi per i ricorsi in Appello e Cassazione, ma soprattutto no alla motivazione a pagamento e alle multe per lite temeraria introdotti dal ddl delega sul processo civile.
Le proposte
Non solo un movimento di protesta, comunque, ma anche disponibile a interloquire su possibili proposte tese a migliorare il sistema giustizia, tra le quali: riforme per migliorare il funzionamento della giurisdizione, disponibilità allo smaltimento straordinario dell’arretrato, attuazione del processo telematico, riorganizzazione e messa in efficienza degli uffici e riforma della magistratura ordinaria.
La politica e le proteste
Il mondo dell’avvocatura italiana, si sa, ha da sempre proficui rapporti con il Parlamento italiano, grazie anche alla buona percentuale di esponenti del settore seduti sia a Montecitorio che a Palazzo Madama. Alla manifestazione di Roma, infatti, non sono di certo mancate le incursioni da parte della politica, di natura squisitamente bipartisan. Per Forza Italia si sono espressi con parole di piena solidarietà il capogruppo Renato Brunetta, il consigliere politico forzista Giovanni Toti, il senatore Andrea Mandelli e la deputata Deborah Bergamini. Non è mancata neanche una nutrita truppa democratica, capitanata da Alessia Morani, responsabile nazionale Giustizia del Pd, con tanto di delegazione formata dai componenti dem della Commissione giustizia della Camera. Non è stato da meno neanche il Movimento 5 stelle, con l’intervento di due deputati e un senatore. Tutti provenienti dalle rispettive Commissioni giustizia di Camera e Senato. Da segnalare anche la presenza di Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia, oltre ad Antonio Di Pietro, fondatore dell’Italia dei Valori e tra i primi ad arrivare.
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