Sanità e LEA: le migliori Regioni d’Italia per i servizi erogati ai cittadini

Antonio Cosenza

27 Novembre 2019 - 15:12

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Livelli essenziali di assistenza: solo il 73,7% viene garantito ai cittadini. Nel Nord Italia le Regioni meno virtuose.

Sanità e LEA: le migliori Regioni d’Italia per i servizi erogati ai cittadini

Sanità: quali sono le Regioni che offrono i migliori servizi ai cittadini? La Fondazione Gimbe ha realizzato uno studio che risponde a questa domanda, in quanto è stata rilevata la percentuale di adempimento nell’erogazione delle prestazioni.

Probabilmente alcuni di voi avranno già sentito parlare di LEA: per chi non lo sapesse, questo acronimo sta ad indicare i livelli essenziali di assistenza, ossia le prestazioni e i servizi che il SSN (Servizio Sanitario Nazionale) è dovuto a fornire a tutti i cittadini e su tutto il territorio nazionale con la stessa qualità.

Per garantire questi servizi il sistema sanitario può attingere alle risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale, oppure dal ticket che i cittadini pagano per beneficiare di alcune prestazioni (tranne i casi di esenzione).

Non sempre, però, le risorse che lo Stato assegna alle Regioni per garantire i livelli essenziali di assistenza sono utilizzate al meglio, tant’è che ancora oggi ci sono zone d’Italia in cui la Sanità è più efficiente e altre in cui lo è meno. A tal proposito la Fondazione Gimbe ha effettuato un monitoraggio sui LEA nel periodo che va tra il 2010 e il 2017 (non è stato possibile andare oltre per la mancanza di dati completi) così da capire qual è la Regione al top per l’erogazione delle prestazioni.

Purtroppo anche in questo casi è stata riscontrata un’ampia differenza tra Nord (più adempiente) e Sud Italia; la Sanità nel Nord si dimostra più veloce nel dare una risposta ai cittadini, mentre nel meridione c’è un’alta percentuale di inadempienza.

Sanità: quali sono le Regioni migliori

Lo studio effettuato dalla Fondazione Gimbe ha analizzato le performance complessive della Sanità pubblica, facendo chiarezza su quando - e dove - vi è maggiore prontezza di erogazione dei LEA.

Complessivamente la Sanità ha una percentuale di adempimento del 73,7%; su questa media influiscono tanto i valori elevati rilevati nel Nord Italia, quanto quelli insufficienti del Sud. Nel dettaglio, la Regione migliore è l’Emilia Romagna, dove la percentuale di adempimento raggiunge persino il 92,5%.

Seguono Toscana (89,6%) e Piemonte (86,9%), mentre completano la top five Veneto (86,7%) e Lombardia (85,3%). Meno virtuose, ma comunque in grado di raggiungere un risultato soddisfacente, sono:

  • Umbria (83,9%);
  • Marche (81,9%);
  • Liguria (80,3%);
  • Friuli Venezia Giulia (79,0%);
  • Basilicata (75,3%).

L’altra metà delle Regioni italiane, invece, si trova ad un livello appena sufficiente, e in alcuni casi solo la metà dei livelli essenziali delle prestazioni è stato erogato.

Se per Abruzzo e Lazio siamo ancora sopra al 70%, già con Sicilia (67,9%), Molise (66,7%) e Puglia (63,1%) si scende al di sotto di questa soglia.

Tra le ultime cinque troviamo invece Valle d’Aosta (che essendo una Regione a statuto speciale non è comunque soggetta alla verifica degli adempimenti) con il 62,0%, Calabria (58,9%), Sardegna (56,1%) e la Provincia autonoma di Bolzano (55,4%). La Regione più inadempiente è invece la Campania, con appena il 53,9% dei servizi erogati.

SSN: i LEA non funzionano?

Tra la più e la meno virtuosa, quindi, c’è una forbice di circa il 40%: una differenza ingiustificabile vista la necessità di garantire lo stesso livello di assistenza su tutto il territorio.

Segno che qualcosa, riguardo ai LEA, non sta funzionando; lo studio della Fondazione Gimbe, infatti, dimostra che le risorse assegnate negli anni dallo Stato alle singole Regione non sono sempre servite per l’erogazione dei servizi. Tant’è che oltre un quarto di queste (il 26,3% precisamente) sono andate perse non producendo alcun servizio.

È anche per questo, d’altronde, che dal gennaio 2020 la griglia dei LEA verrà sostituita dal Nuovo sistema di garanzia.

Urge quindi una maggiore attenzione, così da tutelare i cittadini che hanno diritto alla stessa qualità dei servizi indipendentemente dalla zona di residenza.

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