Raggiunto l’accordo tra Stato e Regioni sull’ammontare dei tagli al fondo sanitario. Lombardia, Veneto e Liguria non partecipano all’accordo e accusano: “così si riducono le aspettative di vita”.
Durante la Conferenza Stato-Regioni è stato trovato l’accordo per i tagli alla Sanità.
A comunicare la notizia è stato il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ringraziando le Regioni che hanno permesso di raggiungere un accordo.
L’intesa è stata trovata rispetto ad una riduzione di 2,35 miliardi di euro del fondo sanitario.
Lorenzin: “Soddisfatta dell’accordo”
La Lorenzin ha spiegato l’utilità di questa intesa: grazie ai tagli infatti sarà possibile compensare il mancato incremento sul fondo sanitari, senza “stravolgere l’impianto del Patto della Salute”.
Il Ministro della Salute, manifestando la sua soddisfazione per il raggiungimento dell’intesa sui tagli alla Sanità, ha illustrato i principi dell’accordo:
L’impianto dell’intesa è importante perché non consentirà uno stravolgimento delle leve (capitoli di spesa), che andranno a operare, a differenza del passato, quando si attuavano tagli lineari.
Dopo quest’intesa, ha aggiunto la Lorenzin, l’obiettivo primario sarà quello di puntare sulla “produttività”.
In accordo con le Regioni, è stato tuttavia deciso che il patto vada monitorato e aggiornato, in modo da verificarne l’efficacia.
La Lorenzin ha dichiarato che è stato deciso di rimandare a settembre la discussione per la definizione del tetto di spesa territoriale, così da “verificare se si può riassorbire in qualche modo”.
Resta fuori dall’accordo il piano di revisione della spesa farmaceutica, su cui si cercherà di raggiungere un’intesa entro il 10 ottobre, con possibilità di tagli sulle spese di beni e servizi, dispositivi tecnici e personale.
Le Regioni contrarie all’accordo sui tagli al fondo sanitario
La Lombardia, il Veneto e la Liguria sono le regioni che non hanno partecipato all’intesa, poiché ritengono che i tagli siano “eccessivi”.
Le motivazioni del mancato accordo sono state spiegate da Massimo Gravaglia (coordinatore degli assessori finanziari in Conferenza delle Regioni), secondo il quale, con i tagli proposti, ci si avvicina alla soglia del 6,5% di incidenza della spesa sanitaria sul PIL.
Questa soglia, è definita, come il “limite minimo”, sotto il quale si “riduce l’aspettativa di vita della popolazione”.
Secondo Gravaglia i tagli potrebbero creare un deficit dei servizi sanitari, come successo in Grecia, dove, a causa della riduzione dei fondi sanitari, è aumentato il tasso di mortalità infantile.
Sul mancato accordo ha espresso le proprie motivazioni anche il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia:
Con il nostro irremovibile no, siamo stati coerenti, come lo siamo da mesi. Il fronte del no insieme a Lombardia e Liguria è stato compatto e senza crepe. Sappia il Governo che non ci faremo intimidire e che non si provi ad attaccare un fronte del nord che saprà sempre reagire con forza.
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