Non si esce dall’attuale situazione se non viene ripristinato il rapporto di fiducia tra banche e imprese.
La soluzione del credit crunch, oltre che dalla Bce, può avvenire anche con la crescita della circolazione della "moneta bancaria".
La "moneta bancaria" non dipende dall’offerta di moneta sotto il controllo della Bce, ma dalla domanda di moneta da parte dell’economia e della "propensione al prestito" o meglio al "rischio" delle banche. Naturale che oggi abbiamo le banche con i bilanci "gonfi" di titoli di stato, si ritiene quindi che solo la Bce possa con una "poderosa" campagna di acquisti sul mercato secondario sollevare le banche da tale peso che impedisce loro di fare il proprio mestiere, ossia prestare il denaro. Oltre tale problema abbiamo una situazione ancora più grave, la crisi economica interna ha diminuito l’affidabilità delle nostre Pmi, di conseguenza abbiamo una riduzione della "propensione al prestito" o al "rischio" da parte delle banche italiane, qui la soluzione non viene trovata dal mercato ma deve essere data dal Governo, dovrà scendere in campo con il "fondo centrale di garanzia statale" al fine di supportare il credito bancario e quindi agevolare il ricorso allo stesso da parte delle Pmi, in tale modo si ripristina la fiducia tra banche e imprese che oggi purtroppo è venuta meno.
L’intervento statale deve essere significativo, almeno 100 mld, naturale che le imprese che usufruiranno della garanzia si dovranno impegnare al mantenimento dell’occupazione.
Solo questa può essere la misura che fa decollare il Pil nei prossimi mesi, sicuramente interrompe la chiusura delle imprese, con tutti i benefici in termini di fondi utilizzati per gli ammortizzatori sociali.
L’aumento della circolazione della "moneta bancaria", ha un effetto diretto nell’economia reale, naturale che il Governo dovrà restare concentrato sulle riforme già annunciate.
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