Risarcimento per perdita del cane, spettano anche i danni morali: la sentenza

Isabella Policarpio

6 Dicembre 2019 - 12:46

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La perdita del cane o di altro animale di affezione, se provocata da cause terze, deve essere risarcita. Al padrone spetta il risarcimento sia dei danni patrimoniali che di quelli morali. I dettagli della decisione.

Risarcimento per perdita del cane, spettano anche i danni morali: la sentenza

La perdita del cane, a causa di un incidente o di un errato intervento del veterinario, va risarcita. Giurisprudenza ormai consolidata ammette il risarcimento del danno patrimoniale, cioè il valore economico del cane e delle spese veterinarie effettuate, mentre il riconoscimento dei danni morali al padrone è arrivato solamente nel 2017, da parte del tribunale di Vicenza.

Legittimo risarcire anche il dolore e la sofferenza provocati dalla precoce morte del proprio animale domestico, anche quando il fatto non costituisce un reato, esattamente come avviene per la morte del coniuge o dei familiari.

Vediamo i dettagli della decisione e quali sono i criteri per risarcire i danni non patrimoniali per la perdita del cane o del gatto.

Risarcimento danni morali per perdita del cane: la sentenza

Gli animali domestici sono ormai considerati membri della famiglia. Per questo la giurisprudenza riconosce il risarcimento anche dei danni morali - e non solo patrimoniali - in caso di morte o malattia dell’animale provocata da terze persone.

La perdita dell’animale di affezione, cane o gatto che sia, dà diritto al padrone di ricevere un ristoro economico, stabilito dal giudice in considerazione dell’anzianità dell’animale, della causa del decesso prematuro e della sofferenza subita.

Per chi possiede un animale questo principio potrebbe sembrare scontato, ma non è così. Infatti sono nel 2017 il Tribunale civile di Vicenza (sentenza numero 24/2017) ha stabilito che in caso di perdita del cane il padrone può pretendere di essere risarcito sia dei danni patrimoniali che di quelli non patrimoniali, cioè i danni morali.

Il caso di specie riguardava il decesso di un cane che era stato affidato in cura ad una clinica veterinaria, dalla quale era scappato. Il mancato ritrovamento dell’animale ne fece presumere la morte, dato che si trovava in condizioni precarie.

I giudici hanno confermato la responsabilità clinica per omessa vigilanza e violazione degli obblighi contrattuali e hanno emesso condanna di risarcimento danni in favore del padrone.

Perdita del cane, i risarcimenti possibili

Che la morte del cane faccia scaturire per il padrone il risarcimento dei danni patrimoniali è una certezza ormai da tempo, invece per quanto riguarda i danni morali si è dovuto aspettare molto. Nel 2008, infatti, la Corte di Cassazione aveva categoricamente negato questa possibilità, adducendo come motivazione la non estendibilità dell’articolo 2059 del Codice civile “Il danno non patrimoniale deve essere risarcito solo nei casi determinati dalla legge”.

Ma i tempi sono cambiati, ed oggi anche i giudici riconoscono l’importanza giuridicamente rilevante degli animali di affezione. Essi non possono più essere paragonati a “cose da compagnia” ma vi si estende l’articolo 2 della Costituzione sulla tutela della famiglia.

Quindi, se il vostro cane o il vostro gatto vengono investiti, rubati, uccisi o altro, avete tutto il diritto di agire in giudizio non solo per ottenere il risarcimento dell’aspetto economico ma anche della sofferenza provocata dalla perdita del cane/gatto.

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