Risarcimento per calunnia: come si chiede e quando si prescrive

Isabella Policarpio

19/03/2019

19/03/2019 - 13:39

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La vittima di calunnia può chiedere il risarcimento dei danni in sede civile. Sono risarcibili sia i danni patrimoniali che non patrimoniali. Criteri e prescrizione.

Risarcimento per calunnia: come si chiede e quando si prescrive

Chi ha subito una calunnia, può chiedere in sede giudiziaria il risarcimento dei danni patrimoniali, di natura esistenziale e dei danni all’immagine. L’ammontare del risarcimento varia in base alla gravità dell’accusa ingiusta e alla sua diffusione.

Naturalmente, più è grave la lesione all’immagine e alla reputazione professionale della vittima, più il risarcimento sarà elevato.

Per ottenere il risarcimento per calunnia, la vittima deve costituirsi parte civile e farne esplicita richiesta al giudice. Per farlo, tuttavia, deve rispettare i termini di prescrizione stabiliti dalla legge:per la calunnia, il termine inizia a decorrere dalla data in cui il giudice viene a conoscenza della falsa denuncia.

Risarcimento per calunnia: come si calcola il danno?

Dopo la condanna per calunnia nei confronti del colpevole, la vittima può agire in giudizio per chiedere il risarcimento dei danni causati dalla falsa accusa di reato.

Per avere il risarcimento per calunnia, il danneggiato deve costituirsi parte civile: in questa sede il giudice procederà alla quantificazione dei danni in base alla portata delle accuse, alla diffusione della falsa notizia di reato e al danno all’immagine subito dalla vittima.

Inoltre, se il giudice lo ritiene necessario, il colpevole può essere condannato al pagamento di una somma a titolo provvisorio immediatamente esecutiva, nell’attesa della quantificazione definitiva dei danni arrecati.

Il giudice dovrà prendere in considerazione molteplici fattori, sia sotto l’aspetto del danno patrimoniale che non patrimoniale (cioè i danni morali, biologici ed esistenziali).

Il danno patrimoniale può essere sia il danno emergente che il lucro cessante (il mancato guadagno). Questa tipologia di danno si verifica, ad esempio, quando a causa delle false accuse, la vittima perde il posto di lavoro oppure delle chance lavorative; rientrano tra i danni patrimoniali anche le spese mediche sostenute a causa della sofferenza psicofisica provocata dalle accuse, delle quali la vittima dovrà portare in giudizio apposita documentazione.

Il risarcimento del danno tiene conto anche della durata del processo e dell’eventuale periodo di detenzione o di restrizione della libertà che il danneggiato ha subito in seguito alla falsa denuncia.

Per quanto riguarda il calcolo del danno non patrimoniale, il giudice procede alla liquidazione basandosi sui criteri stabiliti dalle tabelle del tribunale di Milano.

Naturalmente, più è stata ampia la diffusione delle accuse calunniose più il risarcimento danni sarà elevato.

Quando si prescrive?

Anche la richiesta di risarcimento danni per calunnia è sottoposta a prescrizione. Tuttavia, non sempre è agevole individuare il momento dal quale far decorrere detti termini.

Per quanto riguarda il risarcimento per calunnia, il principio da applicare per determinare il termine di prescrizione della domanda risarcitoria è individuato dall’articolo 2947 del Codice Civile, il quale stabilisce che il risarcimento del danno si prescrive se non viene esercitato entro 7 anni dal compimento del fatto illecito, ovvero la falsa accusa di reato.

Nello specifico, il termine di prescrizione decorre dal momento in cui l’autorità giudiziaria viene a conoscenza della falsa denuncia poiché è da questo momento che la vittima inizia a subire i danni della calunnia.

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