L’Ape è conveniente per i lavoratori? Secondo l’Upb la risposta sarebbe negativa. Ecco le ultime notizie sulla riforma delle pensioni.
Nonostante sia stato tutto rimandato a settembre, si continua a discutere sulla riforma delle pensioni.
Al centro del dibattito stavolta è l’Ape, ossia la misura su cui ha insistito il Governo negli ultimi mesi per garantire una maggiore flessibilità in uscita e che, salvo imprevedibili colpi di scena, dovrebbe essere contenuta all’interno della riforma del sistema previdenziale.
Nonostante i dettagli dell’intervento non siano ancora noti, l’Ape ha già iniziato a far discutere: a generare perplessità e dubbi, in particolare, è il fatto che gli interessati aventi i requisiti per usufruire dell’opportunità potranno andare in pensione anticipata grazie a un anticipo che dovrebbe essere restituito sotto forma di prestito bancario.
Il coinvolgimento delle banche ha fatto storcere fin da subito il naso ai sindacati: l’Ape è davvero conveniente per i lavoratori?
Riforma pensioni, per Upb l’Ape non è conveniente per i lavoratori
A incalzare il dibattito sull’Ape è stato l’Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb) che ha ammonito circa i rischi del prestito pensionistico. Un intervento del genere, infatti, scaricherebbe i costi della flessibilità in uscita sui lavoratori.
"Nella proposta governativa dell’APE (Anticipo Pensionistico) la flessibilità verrebbe finanziata con il ricorso a un prestito bancario che, una volta raggiunti i requisiti per la normale uscita di vecchiaia, il pensionato ripagherebbe tramite trattenute alla fonte sulla sua pensione; questa opzione implicherebbe abbattimenti significativamente superiori rispetto a quelli delle proposte ”Damiano” (al massimo 2 per cento per anno di anticipo) e “Boeri” (3 per cento all’anno). Il progetto governativo contempla anche l’attivazione di una detrazione fiscale, selettiva nelle condizioni economiche, per sostenere alcune categorie di pensionati nella restituzione del prestito"
scrive l’Upb.
L’Ape garantirebbe quindi un risparmio a favore dello Stato, che andrebbe però a pesare sui lavoratori.
Riforma pensioni: perché Ape poco conveniente per i lavoratori?
L’Upb nel dossier redatto sull’Ape continua spiegando il perché della non convenienza della misura per i lavoratori.
Il prestito dovrebbe essere restituito nell’arco di un periodo di venti anni uguale per tutti i lavoratori, indipendentemente dall’età e dal genere. Nel caso di morte il rimborso alla banca sarebbe coperto da una garanzia assicurativa che viene sottoscritta al momento di accesso al prestito e che viene pagata tramite un premio mensile trattenuto sulla pensione.
L’Upb poi presume che il protocollo tenterà di concordare tassi di interesse e premi assicurativi che tengano conto dei volumi della domanda, della interposizione dell’INPS a garanzia che le rate di rimborso e i premi assicurativi vengano sempre pagati, oltre che dei benefici di pooling che potrebbero emergere per le assicurazioni che offrissero il servizio a soggetti con età e caratteristiche individuali diverse. Potrebbe anche essere attivato un apposito istituto che serva a ridurre il peso della restituzione del prestito e del pagamento del premio assicurativo per determinate categorie di pensionati.
Sembra chiaro, da quanto fin qui descritto, come con l’Ape il costo della pensione anticipata venga fatto pesare unicamente sui lavoratori che decidono di accedere alla possibilità di uscire anticipatamente dal lavoro.
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