Dopo cinque mesi dall’entrata in vigore della riforma delle pensioni del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, sono state pubblicate oggi sulla Gazzetta Ufficiale i nuovi coefficienti di trasformazione, cioè i parametri che determinano l’equivalenza attuariale tra i versamenti contributivi e la futura pensione.
I nuovi coefficienti di trasformazione dei montanti individuali in rendita saranno in vigore a partire dal prossimo gennaio, avranno durata triennale e saranno applicati a una fascia di età che arriva fino a settant’anni. Sebbene i nuovi coefficienti determinino un abbassamento del 2-3% delle pensioni erogate tra il 2013 e il 2015, l’estensione fino a settant’anni garantirà pensioni un po’ più alte per chi deciderà di lavorare qualche anno in più.
Nello specifico, ecco di seguito i cambiamenti. Per i sessantacinquenni si passa dal 5,620% del 2010 al 5,435% del 2013, con un calo del 3,29%, e le variazioni sono tutte negative con oscillazioni comprese tra il 2 e il 3% tra i coefficienti vecchi e quelli nuovi per le età comprese tra i 57 e i 65 anni, mentre la variazione comincia a essere positiva (cioè con coefficienti più elevati) dai 66 anni, per arrivare a un aumento, rispetto al 2010, del 16,38% a 70 anni.
Il tasso di sconto su cui sono calcolate le rendite non cambierà: è quindi confermato all’1,5%, lo stesso che era stato fissato nella legge Dini e confermato nella legge 247/2007.
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