Il MEF smentisce qualsiasi intervento sulle pensioni. Nessuna riforma in arrivo. I trattamenti previdenziali non verranno toccati
Dopo mesi di annunci, proposte, studi e chi più ne ha più ne metta, arriva la smentita. Il Governo non ha in programma alcun intervento sulla pensione. Né il Def, né la Legge di Stabilità 2016 conterranno misure relative a una riforma del trattamento previdenziale.
Nonostante il ministro del Lavoro Giuliano Poletti abbia ribadito più volte la necessità di modificare i parametri pensionistici in nome di una maggiore flessibilità, nonostante il numero uno dell’INPS Tito Boeri abbia parlato di modifiche alla legge Fornero, le parole pronunciate oggi dal viceministro dell’Economia Enrico Morando sembrano archiviare definitivamente la questione: le pensioni non verranno toccate.
Pensioni: nessuna riforma in arrivo
In un’intervista rilasciata ad Affariitaliani.it il numero 2 del MEF ha smentito in maniera categorica l’inserimento di misure riguardanti il trattamento previdenziale nella Legge di Stabilità 2016, provvedimenti che nel corso delle passate settimane erano invece stati paventati dal titolare del Lavoro, Giuliano Poletti:
"Il governo non ha nella propria agendaalcun intervento sulle pensioni".
Punto. Nessuna possibilità di interpretazione o replica.
A questo punto, la polemica sembra essere dietro l’angolo e il PD sembra nuovamente spaccato. La riforma infatti, oltre che dal ministro del Lavoro era stata avallata anche dal presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano (PD) che nel corso degli ultimi mesi ha fatto partire l’esame di ddl volti a introdurre nuovi meccanismi di flessibilità in uscita, riducendo le penalizzazioni introdotte dalla Legge Fornero per chi decide di optare per la pensione anticipata.
Le proposte di Damiano infatti, presentano tre possibili alternative:
- l’uscita dal lavoro a 62 anni con 35 anni di contributi e l’8% di penalità sulla pensione;
- il prepensionamento a Quota 100, sommando età anagrafica e contributiva, senza penalizzazioni;
- l’accesso alla pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica.
A quanto pare però, secondo quanto affermato oggi dal viceministro dell’Economia Enrico Morando (anch’egli in forza al PD), nessuna delle tre ipotesi troverà mai applicazione.
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