Come si fa ricorso al Tar: tempi e costo

Isabella Policarpio

28/05/2019

28/05/2019 - 13:32

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Come si fa il ricorso al Tar? Chi ritiene di aver subito un danno da un atto amministrativo può rivolgersi al Tar competente e chiederne l’annullamento o il risarcimento del danno.

Come si fa ricorso al Tar: tempi e costo

Come si fa il ricorso al Tar?

Per rispondere a questa domanda è necessario, innanzitutto chiarire cos’è il Tar, di cosa si occupa e quando è opportuno proporre il ricorso.

Dunque, il Tar (Tribunale amministrativo regionale) è competente in materia di ricorsi contro gli atti della Pubblica Amministrazione. Il privato cittadino può rivolgersi al Tar territorialmente competente per chiedere l’annullamento dell’atto oppure il risarcimento del danno.

Per rivolgersi al Tar occorre rispettare il termine di 60 giorni dalla notifica dell’atto e rivolgersi ad un avvocato specializzato in diritto amministrativo.

Fare ricorso al Tar costa in media 4.000 euro, ma il prezzo può salire, anche sensibilmente, se il caso presenta delle complessità. Chi soddisfa precisi limiti di reddito può beneficiare del patrocinio gratuito.

Di cosa si occupa il Tar?

Il Tar (Tribunale amministrativo regionale) è competente a giudicare sui ricorsi dei privati cittadini contro gli atti amministrativi. Il Tar è una magistratura speciale di primo grado mentre e prevedo solo due gradi di giudizio, di cui il secondo è affidato al Consiglio di Stato.

Sul territorio italiano ci sono 20 Tar, con sede nei capoluoghi di Regione. Ciascun Tar si avvale di un Presidente e 5 magistrati amministrativi.

Il Tar è competente in materia di ricorso sia contro gli enti o organi regionali sia contro quelli statali, purché gli effetti dell’atto siano circoscritti al territorio regionale. Generalmente il Tar si limita ad un giudizio di legittimità, quindi a verificare la legittimità di forma e contenuto dell’atto amministrativo impugnato ma in alcuni casi circoscritti entra anche nel merito, ad esempio nelle controversie sul diritto del lavoro.

Come presentare il ricorso al Tar

Per prestare il ricorso al Tar occorre:

  • rispettare i limiti di tempo previsti dalla legge;
  • rivolgersi ad un avvocato specializzato in diritto amministrativo;
  • avere un valido motivo, cioè la lesione di un interesse legittimo da parte della Pubblica Amministrazione.

Se manca uno solo di questi requisiti, il Tar considera il ricorso inammissibile e lo rigetta.

Seguendo le tempistiche che andremo più avanti a precisare, occorre innanzitutto depositare il ricorso negli Uffici della Segreteria del Tar ed aspettare la data d’udienza fissata dal giudice.

Al termine del processo, la sentenza ha validità immediata ma può essere impugnata presso il Consiglio di Stato (che si occupa del secondo grado di giudizio per la giustizia amministrativa).

I termini

Per fare ricorso al Tar bisogna rispettare delle tempistiche precise dettate dalla legge perché, come tutte le questioni giuridiche, anche quelle amministrative scadono se non proposte entro i termini.

Secondo la regola generale, il ricorso al Tar va presentato entro 60 giorni dalla pubblicazione o dalla notifica dell’atto amministrativo che si vuole impugnare. Invece, se si tratta di un provvedimento in materia di appalti pubblici il termine è più breve: solo 30 giorni.

Dopo aver presentato l’impugnazione, entro 30 giorni occorre depositare il ricorso presso la Segreteria del Tar; ciò dà ufficialmente inizio al processo.

Invece, se il ricorrente vuole chiedere solamente il risarcimento dei danni causati dall’atto amministrativo, si dovrà rispettare il termine di 120 giorni a partire dalla data in cui si viene a conoscenza dell’atto. Tuttavia è possibile fare richiesta di risarcimento del danno anche mentre è in corso un procedimento per l’annullamento dell’atto, ma solo entro 120 giorni dal passaggio in giudicato della sentenza, cioè dopo la conclusione del processo.

Quanto costa il ricorso al Tar?

Fare una stima precisa non è semplice: mediamente il ricorso al Tar costa dai 3.500 ai 4.000 euro, tuttavia non ci sono vincoli alla parcella dell’avvocato e quindi il prezzo può salire sensibilmente.

Chi ha un reddito inferiore ad 11.528,41 euro ha diritto a chiedere il gratuito patrocinio.

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