Riccometro 2013 bocciato dalla Lombardia: la retroattività è il vero problema?

Daniele Sforza

25/01/2013

Riccometro 2013 bocciato dalla Lombardia: la retroattività è il vero problema?

Il riccometro 2013 riceve il primo stop dalla regione Lombardia. La riforma del calcolo ISEE 2013, che ha come scopo principale quello di scovare i finti poveri, ovvero quei soggetti i quali dichiarano un reddito basso al fine di beneficiare delle agevolazioni fiscali, è stata infatti bloccata dalla Lombardia durante la Conferenza Unificata Stato-Regioni.

In cosa consiste il riccometro?

Facciamo un breve passo indietro: in cosa consiste il cosiddetto riccometro? Trattasi nient’altro che dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE, per l’appunto), appositamente riformato per misurare la situazione economica delle famiglie, tenendo conto del reddito, delle proprietà mobiliari e immobiliari e dei depositi bancari. La funzione prevalente consiste dunque nello scoprire i finti poveri che beneficiano indebitamente delle agevolazioni fiscali in vari ambiti: un sistema che a oggi non solo crea danni irreparabili alle casse dello Stato, ma svantaggia anche le famiglie oneste.
La nuova riforma, inoltre, provvederà a tutelare anche disabili e non autosufficienti, e a fornire una nuova definizione di nucleo familiare con genitori separati, allo scopo di migliorare l’accessibilità alle agevolazioni per quanto riguarda i figli minorenni di genitori divorziati o separati.

La Lombardia boccia il provvedimento: che succede adesso?

A sorpresa, la Lombardia si è tirata indietro e non ha approvato il provvedimento. Cosa succede adesso? Comincerà il conto alla rovescia per l’approvazione d’ufficio: 30 giorni di tempo.
Ma l’approvazione d’ufficio è ostacolata da una sentenza della Corte Costituzionale del dicembre scorso, che ha stabilito l’approvazione del riccometro solo nel caso in cui Comuni e Regioni diano il loro beneplacito, a causa del meccanismo stesso dello strumento che ha come scopo quello di rispettare i livelli essenziali di assistenza. Questa ipotesi farebbe dunque pensare a un ulteriore passaggio in Consiglio dei Ministri, dove potrebbe avere atto una ulteriore deliberazione motivata.

Le ragioni del rifiuto e il problema della retroattività

Ma perché la Lombardia ha bocciato il provvedimento? Secondo alcuni, il motivo avrebbe come base il fatto per cui la Lombardia sta attuando ultimamente una serie di servizi finalizzati a migliorare il comparto welfare, soprattutto per quel che concerne i servizi di assistenza alle famiglie con figli.
Cosa c’entra questo? Semplice: c’entra in quanto subentra l’impossibilità di accedere al servizio assistenziale in diversi casi, soprattutto a causa della clausola della retroattività fino a 3 anni, una novità del riccometro molto discussa. La retroattività coinvolge le donazioni di immobili precedenti a una richiesta di assistenza in una struttura sanitaria.

Se ad esempio un uomo anziano ha ceduto la casa di famiglia al figlio prima di entrare in una struttura sanitaria, del cui servizio, prima delle novità introdotte, avrebbe potuto goderne gratuitamente (visto l’abbassamento della soglia ISEE), d’ora in poi questo non sarà più possibile. La cessione di un immobile prima della presentazione della domanda a una struttura sanitaria impedisce ai soggetti di accedere al servizio di assistenza gratuito, poiché il bene è considerato rilevante ai fini del reddito patrimoniale. E se il reddito della pensione non dovesse bastare per pagare la retta della struttura sanitaria, le ulteriori spese andranno a carico del figlio, poiché appartenente al nucleo familiare. Essendo la Lombardia una regione che si è data da fare per migliorare i servizi di assistenza e il sistema di agevolazioni per le famiglie con i figli, diventa dunque facile capire le ragioni del suo rifiuto.

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