Report, risparmiare € 15 miliardi grazie a sanità 4.0 si può

Mario D’Angelo

17/12/2018

17/12/2018 - 23:33

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Torna stasera Report, trasmissione d’inchiesta dalle 21,15 su Rai 3. Le anticipazioni

Report, risparmiare € 15 miliardi grazie a sanità 4.0 si può

Tante le inchieste della puntata del 17 dicembre di Report, programma condotto da Sigfrido Ranucci in onda dalle 21,15 su Rai 3. Ecco il resoconto.

I vantaggi di una rete sanitaria

L’avatar di un medico che risponde 24 ore su 24, sistemi per seguire da remoto l’evoluzione di patologie, dall’asma alle malattie neurodegenerative; un database al servizio dei malati oncologici, che raccolga tutte le cure per scegliere la migliore, interventi a distanza con robot comandati da un chirurgo in un altro continente: non è un’utopia.

Competenze e innovazioni ci sono già: e se mettessimo in rete ospedali, laboratori di analisi, studi medici, università, sviluppatori informatici? Questo l’interrogativo che si è posto Michele Buono, e la risposta è sorprendente: quasi 15 miliardi di euro risparmiati per lo Stato italiano (stime del Politecnico di Milano).

Sette sarebbero i miliardi risparmiati dalle spese per la sanità, e altrettanti quelli derivanti dalla maggiore produttività dei cittadini, secondo Mariano Corso dell’Osservatorio Digitale Sanità Italiana. Ad esempio, questi non dovrebbero rincorrere medici e ospedali oberati di lavoro, né prendere permessi per visite mediche, né tanto meno sostenere lunghe file. Parole chiave sono medicina predittiva e ospedale intelligente.

“Abbiamo dispositivi connessi a internet, in grado di effettuare analisi di dati. E invece in Italia ancora abbiamo le cartelle cliniche di carta. È come se avessimo delle e-mail, e invece di cliccare su invio decidessimo di stamparle per mandarle con la posta”

dice Sergio Pillon, Coordinatore Commissione Telemedicina Italiana.

In Italia ci sono molte eccellenze e startup, ma la politica non lavora in una logica di rete. Intanto in Israele si creano studi medici virtuali. Il paziente rimane a casa sua, e da lì viene visitato. La prescrizione si effettua attraverso impronta digitale.

Falsovergine d’oliva

Emanuele Bellano ha seguito gli ispettori antifrode del ministero dell’Agricoltura nei loro controlli sul territorio per capire quanto rischiamo ogni giorno di portare in tavola un olio molto diverso da quello indicato in etichetta. Sono frequenti i casi in cui un prodotto straniero viene spacciato per italiano. Spesso provengono dalla Spagna, dalla Tunisia, dalla Grecia o dal Portogallo, che sta trasformando i propri uliveti in produzioni intensive.

Ancora più grave quel 13% dei prodotti etichettati come extravergine che è, in realtà, olio vergine o addirittura di bassa qualità (detto anche lampante). Molte aziende ora imbottigliano direttamente in Spagna l’olio lampante, che viene poi corretto con una parte di olio d’olivo di qualità. Con le miscelazioni si ottiene così un prodotto a norma che, già imbottigliato, è più difficile da controllare. Gli investigatori parlano di associazione a delinquere.

I pericoli del «micro»

L’inchiesta di Cecilia Andrea Bacci: nella zuppa di plastica che invade i nostri mari ci sono anche loro: le microplastiche. Microsfere, microfibre: tutte più piccole di cinque millimetri. Ogni anno, in Europa, ne vengono rilasciate tra le 75 mila e le 300 mila tonnellate. Alcune sono frutto della degradazione dei nostri rifiuti. Altre le troviamo nei cosmetici, come gli scrub.

L’oro della Basilicata

L’inchiesta di Luca Chianca. La Basilicata dovrebbe essere una delle regioni più ricche d’Italia. Solo l’Eni in cambio dell’estrazione del petrolio ha versato 1,6 miliardi di euro in poco meno di 20 anni. Soldi che dovrebbero essere spesi per rilanciare l’economia lucana. Invece...

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