Renzi: lobby del tabacco e holding degli aeroporti avrebbero finanziato il premier pilotando le scelte del Governo. Il Presidente del Consiglio pagato anche per il modello di scarpe da indossare. Il M5S chiede un incontro in Parlamento.
Da quando Matteo Renzi è diventato presidente del Consiglio, ha raccolto 5 milioni di euro destinati alla fondazione Open.
Si conosce la provenienza solamente del 30% dei 5 milioni di euro destinati a Renzi, mentre per la restante percentuale si possono fare solamente delle supposizioni.
È possibile supporre che negli ultimi anni la fondazione ha ricevuto denaro da molteplici lobby, in quanto i finanziamenti sono facilmente collegabili alle scelte politiche di Matteo Renzi.
È il caso delle lobby del tabacco, ma anche di una holding degli aeroporti; in entrambi i casi hanno finanziato l’Open, traendo dei vantaggi dalle scelte dell’Esecutivo.
Se tutto questo venisse confermato, sarebbe un’accusa grave per Renzi: per questo il M5S ha richiesto un incontro con il premier per capire la realtà di queste considerazioni.
Renzi: finanziamenti dalle lobby del tabacco
La Fondazione Open di Matteo Renzi avrebbe ricevuto 100mila euro dalla British American Tobacco nel mese di luglio del 2014.
Perché un’azienda produttrice di sigarette dovrebbe finanziare la fondazione del premier? In quel periodo il governo aveva annunciato un aumento delle accise in modo da riordinare l’intero settore dei tabacchi.
Quest’aumento avrebbe favorito le grandi aziende, come la Philip Morris, in quanto la componente fissa dell’accisa è uguale per tutti gravando così maggiormente sulle sigarette più economiche. L’aumento delle accise fu appoggiato da Philip Morris, che promise un investimento di 600 milioni di euro sullo stabilimento di Crespellano a Bologna.
La British American Tobacco, produttrice della Lucky Strike e Pall Mall, avrebbe subito degli svantaggi dall’aumento dell’accisa, poiché i suoi prodotti sono di fascia economica.
Il presidente della British American Tobacco chiese un incontro con Renzi e lo ottenne. Dopo quest’incontro il testo di legge venne bloccato per due volte nel pre-consiglio, per poi essere licenziato il 31 luglio. Tuttavia, i termini dell’accordo furono diversi da quelli originari: la Philip Morris aveva richiesto una maggiorazione del 30%, il testo di legge ne determina un aumento dal 7,5% al 10%.
Dopo questa manovra il British American Tobacco annuncia un piano d’investimenti di un miliardo in cinque anni.
E Philip Morris? L’azienda americana ottenne uno sconto del 50% sulle sigarette di nuova generazione prodotte nello stabilimento di Crespellano, inaugurato nello scorso ottobre.
Renzi: altri finanziamenti da parte delle lobby
Gabriele Berni, fondatore del marchio Acquasparta, ha versato 25mila euro all’Open. La motivazione è semplice: l’Acquasparta è l’azienda produttrice delle scarpe tricolori indossate da Renzi nel giorno dell’ultimo viaggio della Costa Concordia.
Lo stesso Berni in quei giorni confermò: “Renzi è un ottimo testimonial”.
Nell’estate del 2014 la Corporacion America, holding argentina che gestisce cinquantatré aeroporti in tutto il mondo, versò 25mila euro alla fondazione di Renzi. In quei giorni la Corporacion America lanciò due offerte di pubblico acquisto sugli scali di Pisa e Firenze, e le vinse entrambi. Poi, nel mese di febbraio venne deliberata l’unione dei due poli, e il Governo stanziò 150 milioni di euro con il decreto Sblocca Italia per entrambi gli scali.
M5S: “Renzi ci dia una spiegazione valida”
In seguito alle notizie riguardanti i finanziamenti delle lobby alla fondazione Open, Bruno Marton, capogruppo del M5S al Senato, ha chiesto un incontro con Matteo Renzi.
Secondo Bruno Marton, non si può permettere che le lobby finanziando la fondazione di Renzi possano influenzare le scelte del Governo:
“Quanto questi finanziamenti arrivano a condizionare le scelte dell’esecutivo? Sono domande legittime, che se inevase gettano ombre inquietanti sull’azione del governo”.
Per questo Marton ha richiesto un incontro in Parlamento dove il premier Renzi dovrà spiegare se le decisioni del Governo sono prese rispettando gli interessi dei cittadini o delle lobby che finanziano l’Open.
© RIPRODUZIONE RISERVATA