Renzi conferma l’intenzione del governo di mettere il 50% del Tfr subito in busta paga. Ma imprese e sindacati continuano a lanciare l’allarme su alcuni aspetti della proposta. Ecco le loro perplessità.
E’ il premier Renzi a confermare le indiscrezioni degli ultimi giorni che volevano il governo impegnato a studiare la possibilità di mettere subito in busta paga il 50% del Tfr del lavoratore. Rilasciando un’intervista per la trasmissione Ballarò Renzi ha confermato "metteremo in busta paga 100 euro di Tfr al mese". Ma come sempre, non è tutto ora quel che luccica e infatti, imprese e sindacati hanno alcuni dubbi sulla bontà della proposta.
100 euro di Tfr
Ai microfoni di Ballarò Renzi ha dichiarato: "Il Tfr così com’è c’è solo in Italia. Se diamo il Tfr in busta paga si crea un problema di liquidità per le imprese. Le grandi ce la fanno, le piccole sono in difficoltà. Stiamo pensando di dare i soldi che arrivano dalla Bce alle Pmi per i lavoratori".
"In soldoni - continua il premier - per uno che guadagna 1.300 euro, un altro centinaio di euro al mese che uniti agli 80 euro iniziano a fare una bella dote. Sicuramente nella legge di stabilità metteremo 1,5 miliardi per gli ammortizzatori sociali, per cambiare il meccanismo delle tutele, delle difese: daremo una mano vera alle persone".
Dubbi di aziende e sindacati
Tutti gli interessati e le parti politiche riconoscono la bontà della proposta con lo scopo di mettere più soldi in tasca ai lavoratori e favorire il rilancio dei consumi. Ma sindacati e aziende, già nei giorni scorsi, hanno avanzato alcune perplessità sulla riuscita dell’operazione.
In primis sarebbe interessante capire di che cifra stiamo parlando. Come abbiamo riportato in un articolo di ieri, secondo Alberto Brambilla, esperto di previdenza e sottosegretario al Welfare dal 2001 al 2005, il Tfr porterebbe in busta paga a coloro che guadagnano 1.500 euro lordi 55 euro in più. Il premier Renzi invece, ha parlato di 100 euro, quasi il doppio, particolare questo tutt’altro che trascurabile.
Le imprese, dal canto loro, temono la mancanza di liquidità nella casse aziendali. E’ stato calcolato che per i piccoli artigiani dare subito il Tfr ai lavoratori costerebbe fino a 4,5 miliardi di euro l’anno e alcune imprese sarebbero costrette a ricorrere a prestiti bancari per erogare l’anticipo.
Per i lavoratori invece, il dilemma è: meglio 100 euro circa in più subito o un Tfr più consistente a fine lavoro? Perché è ovvio, che mettere il Tfr in busta paga oggi, ha come conseguenza una forte riduzione del Trattamento di fine rapporto al termine del lavoro. A questo proposito la Cisl ricorda: "deve essere chiaro, per una scelta consapevole, che si tratta di usare in anticipo risorse non più utilizzabili altrimenti al momento del pensionamento e per la previdenza complementare".
Ultima preoccupazione, ma certamente non lo meno importante, riguarda la tassazione. Il Tfr infatti gode di una tassazione agevolata; se il 50% entrasse in busta paga rischierebbe di finire sotto il regime fiscale più severo. Sarebbe quindi necessario, per il governo, pensare ad uno stratagemma per evitare che il Tfr venga mangiato dalle tasse.
© RIPRODUZIONE RISERVATA